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Antonio Carloni di Gallerie d'Italia ci racconta la collaborazione con IAAD. per la tesi del Master in Digital Marketing & Communication Management

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Progetto di Tesi del Master in Digital Marketing: intervista ad Antonio Carloni di Gallerie d’Italia

Antonio Carloni, Vice Direttore di Gallerie d’Italia racconta la collaborazione con ‪IAAD. per la Tesi di Classe del Master in Digital Marketing & Communication Management.

In questa occasione i nostri studenti e studentesse hanno lavorato sull’implementazione di nuove tecnologie dell’app Gallerie d’Italia.

Antonio Carloni, Vice Direttore di Gallerie d’Italia racconta la collaborazione con ‪IAAD. per la Tesi di Classe del Master in Digital Marketing & Communication Management.

In questa occasione i nostri studenti e studentesse hanno lavorato sull’implementazione di nuove tecnologie dell’app Gallerie d’Italia.

Leggi la trascrizione dell’intervista ad Antonio Carloni

sulla tesi del Master in Digital Marketing & Communication Management con Gallerie d’Italia

Io sono Antonio Carloni, sono il vicedirettore delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, museo dedicato alla fotografia: uno dei quattro musei che Intesa Sanpaolo aperto in Italia tra Torino, Milano, Napoli e Vicenza.

Com’è stata la collaborazione con IAAD. per questo progetto?

La collaborazione con IAAD. nasce di fondo dall’esigenza di questo spazio, che ha aperto esattamente due anni fa in Piazza San Carlo, di entrare in contatto con chi ha la responsabilità – o avrà la responsabilità – di progettare il mondo nei prossimi anni.

Gallerie d’Italia Torino si occupa di fotografia: utilizza la fotografia per raccontare i grandi temi sociali del nostro tempo, che non sono soltanto temi sociali ma sono sfide, e naturalmente la risposta alle sfide non può essere soltanto di pancia ma richiede progettazione, richiede designer, richiede la consapevolezza di persone che siano in grado di gestire i processi e quindi IAAD. è in un certo senso stata la risposta naturale alle nostre esigenze.

In cosa consisteva la sfida offerta ai nostri studenti?

Nell’identità di Gallerie d’Italia Torino c’è una forte componente digitale.

Questa componente digitale si manifesta attraverso una parte infrastrutturale: mi viene in mente la sala immersiva, mi vengono in mente dispositivi come l’accumulatore all’ingresso, l’arena…però è evidente che la parte più sfidante, la parte più difficile ma anche la parte più ricca è quella dedicata all’app di Gallerie d’Italia, e noi abbiamo chiesto agli studenti di Digital Marketing di implementare l’esperienza dell’app di Gallerie d’Italia, e quindi di progettare sulla nostra app, di darci frontiere più estreme di quelle che noi già cerchiamo di percorrere e di oltrepassare.

La sfida è stata proprio questa, quindi gli abbiamo chiesto di guardare la nostra app e di interpretarla.

Come valutate la qualità del lavoro svolto dagli studenti del Master in Digital Marketing & Communication Management?

Siamo al secondo anno di collaborazione con IAAD. e e per il secondo anno siamo rimasti stupiti di come gli studenti siano stati in grado di interpretare le richieste di Gallerie d’Italia e di Intesa Sanpaolo.

È evidente che parlare con persone che hanno un orizzonte generazionale diverso dal nostro ci permette di avere risposte completamente diverse, che poi è esattamente quello che cerchiamo, e gli studenti sono stati come sempre eccezionali nell’aprire strade che per noi non erano neanche percorribili.

Per noi il risultato è ottimo!

Ci sono stati progetti o idee che vi hanno particolarmente impressionati? Se sì, quali e perché?

Le cose che ci colpiscono sempre sono innanzitutto la capacità degli studenti di capire il sistema in cui l’app si inserisce, o comunque la capacità di guardare i competitor, la capacità di capire quello che succede intorno a Gallerie d’Italia, in altre realtà, per poi dopo mettere insieme queste informazioni e riportarle nel progetto che Gallerie d’Italia affida agli studenti.

Nello specifico abbiamo visto tantissime cose interessanti: una delle parti che mi ha che mi ha interessato di più è quella legata alle mappe interattive, ma questo perché per noi l’app non è soltanto strumento di informazione ma è uno strumento di estensione dell’esperienza di mostra; cioè, l’app gestisce contenuti extra che in mostra non ci sono: il fatto di poter geolocalizzare questi contenuti all’interno dell’esperienza di mostra l’ho trovato estremamente interessante.

Potremmo stare qui a parlare veramente di tantissime soluzioni che hanno dato un orizzonte diverso a quella che sarà l’app di Gallerie d’Italia nei prossimi anni.

Come valutate l’implementazione delle funzionalità “phygital” proposta dagli studenti?

Secondo me quello è uno degli aspetti su cui potremmo lavorare perché gli studenti sono stati bravissimi a capire le cose di cui l’app di Gallerie d’Italia ha bisogno, sono stati bravissimi, come ho detto più volte, a darci una prospettiva diversa; allo stesso tempo abbiamo bisogno di lavorare insieme su come raccontare l’app ai nostri visitatori, e quella è la parte phygital, cioè il momento di incontro tra visitatore, che fisicamente si reca dentro Gallerie d’Italia, e il momento in cui il visitatore deve entrare nell’animo digitale del museo, quindi secondo me quello è un lavoro che possiamo sviluppare insieme con gli studenti.

Come pensate che la nuova versione dell’app migliorerà l’esperienza dei visitatori?

La convinzione è che la tecnologia è bellissima quando funziona, che è una banalità assoluta però è vero anche che è per il visitatore, per l’utente normale, alla base della relazione tra il museo, l’app e i contenuti stessi.

L’idea che questo strumento possa guidare il visitatore nell’approfondire, con contenuti, nel momento in cui il visitatore è in mostra, quindi nell’experience che il visitatore fa del museo, è per noi essenziale, ma la cosa più importante è che poi l’app diventi un repository dei contenuti stessi, quindi quando il visitatore è a casa, e magari è uno di quei visitatori che l’app non l’ha cancellata, perché poi questa è una delle cose che abbiamo scoperto dal rapporto con gli studenti IAAD., l’idea di poter allungare la visita n volte in un lasso di tempo che non sappiamo, ma perché è sempre a disposizione dei visitatori, per noi questo è poi un obiettivo incredibile che, se riusciamo a raggiungerlo, abbiamo probabilmente fatto uno dei gol più importanti della nostra collaborazione tra Gallerie d’Italia e IAAD. ma soprattutto tra Gallerie d’Italia e i suoi visitatori.

Quanto è importante il ruolo del Digital Marketer per un museo?

Intanto, Gallerie d’Italia è una parte di Intesa Sanpaolo, non è una fondazione distaccata ma è esattamente una parte della banca, e questo vuol dire avere la fortuna di poter andare a pescare da tutte quelle competenze che si occupano del Digital Marketing di Intesa Sanpaolo, come ecosistema bancario ma anche come ecosistema di innovazione, come ecosistema culturale, e questo quindi ci permette di poter valorizzare la cultura nella maniera più pura, allo stesso tempo con gli strumenti iper strutturati e iper professionali che sono propri di Intesa Sanpaolo.


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Bianca Giacalone, corporate communication and digital marketing per il Salone Internazionale del Libro di Torino ci racconta la collaborazione con IAAD. e la Scuola Holden per la tesi del Master in Writing & Visual Storytelling.

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Progetto di Tesi del Master in Writing & Visual Storytelling: intervista a Bianca Giacalone del Salone Internazionale del Libro

Bianca Giacalone, corporate communication and digital marketing per il Salone Internazionale del Libro di Torino ci racconta la collaborazione con IAAD. e la Scuola Holden per la tesi del Master in Writing & Visual Storytelling.

Un nuovo modo di raccontare il Salone, nato dalla scoperta e valorizzazione dei piccoli dettagli che fanno la differenza nella narrazione di un brand.

Bianca Giacalone, corporate communication and digital marketing per il Salone Internazionale del Libro di Torino ci racconta la collaborazione con IAAD. e la Scuola Holden per la tesi del Master in Writing & Visual Storytelling.

Un nuovo modo di raccontare il Salone, nato dalla scoperta e valorizzazione dei piccoli dettagli che fanno la differenza nella narrazione di un brand.

Leggi la trascrizione dell’intervista a Bianca Giacalone

sul progetto di tesi del Master in Writing & Visual Storytelling realizzato in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino

Sono Bianca Giacalone e lavoro all’ufficio comunicazione del Salone del Libro: mi occupo principalmente di comunicazione Digital.

Com’è stata la collaborazione per la tesi del Master in Writing & Visual Storytelling?

Allora, lato azienda è stata un’esperienza molto bella perché, intanto, abbiamo visto il Salone in una maniera diversa rispetto a come lo viviamo noi, che lo viviamo ogni anno in un modo molto “concitato” e lo viviamo come un evento, comunque, enorme.

La cosa che mi è piaciuta tanto di questo progetto è che i ragazzi sono riusciti a trovare le cose piccole ma molto significative della vita che c’è al Salone ogni anno, ed è stato bello confrontarsi con uno sguardo fresco, uno sguardo esterno, e per noi è stato molto molto importante questo.

Cosa vi ha colpito della presentazione di questo progetto?

Intanto i ragazzi sono stati bravissimi e sono riusciti comunque a costruire un qualcosa che desta comunque meraviglia, anche se noi il Salone lo conosciamo molto bene, e si vede che loro ci hanno lavorato tanto.

Hanno approfondito tanto il progetto, anche noi abbiamo scoperto cose che non sapevamo del Salone, quindi ci siamo meravigliati insieme a loro.

Il progetto potrebbe essere messo in atto per la prossima edizione?

È possibile…ci proviamo!


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Enrico Nada di Nova Coop ci racconta l'esperienza di collaborazione con IAAD. per il progetto di tesi in Innovation Design

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Progetto di tesi in Innovation design con Nova Coop

Una realtà come Nova Coop con oltre 100 anni di tradizione ha sempre mantenuto lo sguardo sempre rivolto all’innovazione, al fine di interpretare il modo in cui cambiano i bisogno dei consumatori.

Collaborare con gli studenti del corso in Innovation design è stato estremamente importante per ricevere spunti da chi sviluppa competenze verticali nell’ambito dell’innovazione.

Una realtà come Nova Coop con oltre 100 anni di tradizione ha sempre mantenuto lo sguardo sempre rivolto all’innovazione, al fine di interpretare il modo in cui cambiano i bisogno dei consumatori.

Collaborare con gli studenti del corso in Innovation design è stato estremamente importante per ricevere spunti da chi sviluppa competenze verticali nell’ambito dell’innovazione.

Leggi la trascrizione dell’intervista a Enrico Nada

sul progetto di tesi in Innovation design realizzato in collaborazione con Nova Coop

Enrico Nada, responsabile dei progetti e delle attività sociali di Nova Coop.

Che ruolo ha l’innovazione per una cooperativa con oltre 100 anni di storia e una solida tradizione?

Proprio perché abbiamo cent’anni di storia e una solida tradizione, l’innovazione è fondamentale.

Nel mondo del commercio e della grande distribuzione le modalità di vendere e i marchi che hanno venduto sono cambiati tantissimo: se Coop dal 1854 esiste qui in Piemonte è proprio perché, grazie alle professionalità interne e la relazione col mondo esterno, siamo riusciti via via nel tempo a interpretare come cambiavano i bisogni dei consumatori e quali erano le opportunità che venivano offerte dalle nuove tecnologie o da nuovi modelli di pensiero, e quindi l’innovazione e il confronto con un corso di laurea che fa innovazione e con ragazzi che sono preparati su questo aspetto per noi è stato estremamente importante.

Qual è il ruolo e la responsabilità di Nova Coop nei confronti della comunità locale?

È un tema ovviamente molto complesso: da un lato l’obiettivo principale è rispondere ai bisogni per quanto riguarda il fare la spesa, fondamentalmente delle persone che vivono in questi quartieri.

Rispondere ai bisogni vuol dire offrire una varietà di opportunità di fare la spesa, quindi anche su Torino Coop ha dei grandi ipermercati con più di 5.000 metri quadri di area vendita, dei superstore che sono delle superfici di due o tremila metri quadri, dei supermercati, e da poco anche proprio dei piccoli negozi di vicinato, che vuol dire 150-200 metri quadri di area vendita.

Quindi il primo tema è rispondere al bisogno concreto sapendo che il mondo del commercio è un ecosistema in cui ci siamo noi, ci sono nostri competitor e ci sono anche tante forme di piccola distribuzione, che è vero che patiscono la grande distribuzione, specialmente sull’aspetto dei servizi e della relazione con le persone, ma possono essere competitivi e ritagliarsi un loro spazio.

Come Coop, essendo cooperativa noi dobbiamo rispondere agli interessi della proprietà, che nel nostro caso sono i soci: in Piemonte sono 600 mila soci che sono delle normalissime persone che vengono a fare la spesa, e quindi la loro aspettativa non è solo comprare un prodotto di buona qualità o giusto prezzo, ma anche che la Coop agisca un ruolo sui territori in cui opera, e questo per noi è un pezzo importante della nostra missione, della vision che abbiamo, come ruolo dell’azienda nella società, e lo portiamo avanti.

Io dico che un supermercato non è un astronave che atterrata nella notte in un quartiere, ma è figlio di una relazione che si attiva con il territorio: una relazione che è commerciale ma che è anche sociale, mettendo a disposizione i nostri spazi per le realtà del territorio, restituendo una parte di quello che è il valore che noi creiamo alle varie realtà territoriali.

Posso fare alcuni esempi: proporre delle attività didattiche legate al consumo, e sono migliaia le classi che ogni anno lavorano con noi, restituendo alle associazioni del territorio tutta quella merce che non può più essere venduta ma può essere ancora tranquillamente consumabile, entrando in percorsi di co progettazione e relazione con istituzioni, scuole e associazioni, e questo è proprio un pezzo che caratterizza e distingue Coop da qualunque altra catena della grande distribuzione in Italia.

Qual è la sua opinione sul lavoro svolto dai ragazzi e sulle competenze dell’innovation designer?

L’opinione è molto positiva e secondo me è emerso bene l’approccio e il ruolo di un Innovation designer e il bisogno che come azienda si può avere di questa figura professionale.

È emerso bene perché, come ho detto anche ai ragazzi commentando il loro lavoro, è emersa una competenza trasversale su diversi aspetti perché sono stati competenti nell’analizzare il bisogno, nell’analizzare la situazione e nell’esprimere delle risposte, ma anche nel presentarle in maniera piacevole e dal punto di vista aziendale riutilizzabile.

Cioè, la storia per come me l’hanno raccontata magari è un po’ da comprimere ma posso portarla in azienda: per me hanno espresso competenza, hanno espresso entusiasmo, si sono messi in gioco; da noi arrivavano i colleghi del punto vendita dicendo “Ma ci sono dei ragazzi che stanno facendo domande in giro”, che vuol dire quindi che si muovevano, e si muovevano con autonomia e con voglia di portare a casa un bel risultato.

Per un’azienda ragionare di innovazione si può fare solo, secondo me, se c’è gente che ci creda in azienda ma con dei cervelli esterni, perché solo stando dentro l’azienda dopo un po’ si perde un po’ il senso delle possibilità, perché ci si schiaccia nella routine, nella burocrazia, nel “si è sempre fatto così”, che è una frase classica della vita aziendale, quindi avere dei giovani che ti portano un punto di vista diverso, anche solo delle esperienze o degli approcci a cui non avevi pensato è stato veramente importante e utile.


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Michele Deconcini, Responsabile dell'Advanced Design in Iveco, racconta l'esperienza di collaborazione durante il progetto di tesi con gli studenti IAAD.

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Progetto di tesi in Transportation design con Iveco Group

Una sfida complessa, quella di analizzare e raccontare i possibili scenari in cui posizionare un nuovo tipo di veicolo commerciale di Iveco Group: compito reso ancora più delicato dalla compresenza di diverse mission.

L’approccio degli studenti è stato in grado di sviluppare tutte le possibilità legate al veicolo, realizzando molte soluzioni che l’azienda ha apprezzato molto, soprattutto per l’attenzione alla User Experience.

Una sfida complessa, quella di analizzare e raccontare i possibili scenari in cui posizionare un nuovo tipo di veicolo commerciale di Iveco Group: compito reso ancora più delicato dalla compresenza di diverse mission.

L’approccio degli studenti è stato in grado di sviluppare tutte le possibilità legate al veicolo, realizzando molte soluzioni che l’azienda ha apprezzato molto, soprattutto per l’attenzione alla User Experience.


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Maurizio Lamparelli, direttore commerciale e marketing di Ef Group , ci racconta in questa intervista la collaborazione con IAAD. per la Tesi di Classe di Interior design.

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Progetto di tesi in Interior design con Eurofiere

Grande soddisfazione per le proposte degli studenti del corso in Interior design, soprattutto per la scalabilità delle soluzioni individuate per la soluzione dei bisogni dei clienti.

Una grande attenzione è stata posta soprattutto ai temi di sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di sensibilizzare maggiormente su questi aspetti, sempre più centrali nelle strategie aziendali.

Grande soddisfazione per le proposte degli studenti del corso in Interior design, soprattutto per la scalabilità delle soluzioni individuate per la soluzione dei bisogni dei clienti.

Una grande attenzione è stata posta soprattutto ai temi di sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di sensibilizzare maggiormente su questi aspetti, sempre più centrali nelle strategie aziendali.


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Anita Guerra, Community Manager di DumBO, ci racconta la collaborazione tra DumBO e IAAD.  per il progetto di Tesi di Classe in Digital Communication design.

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Progetto di tesi in Digital Communication design con DumBO

Un progetto in cui gli studenti del corso IAAD. in Digital Communication design sono riusciti a interpretare il modo in cui DumBO intende inserirsi nel contesto della città di Bologna.

Sono emerse chiavi di lettura interessanti, grazie alle competenze espresse dalla classe e all’approccio creativo dato al progetto, mantenendo sostenibilità e community design al centro delle proposte.

Un progetto in cui gli studenti del corso IAAD. in Digital Communication design sono riusciti a interpretare il modo in cui DumBO intende inserirsi nel contesto della città di Bologna.

Sono emerse chiavi di lettura interessanti, grazie alle competenze espresse dalla classe e all’approccio creativo dato al progetto, mantenendo sostenibilità e community design al centro delle proposte.


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Massimiliano Dibitonto, user experience manager di Olivetti

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Progetto di tesi in Digital Communication design con Olivetti

Dal dialogo tra gli studenti del corso IAAD. in Digital Communication design e Olivetti sul tema delle Smart Cities sono emerse soluzioni creative di valore, nonostante le sfide poste all’interno del progetto.

Immaginare utilizzi innovativi per una serie di prodotti tecnologici, mettendo al centro competenze in design e comunicazione, con una forte componente di service design.

Dal dialogo tra gli studenti del corso IAAD. in Digital Communication design e Olivetti sul tema delle Smart Cities sono emerse soluzioni creative di valore, nonostante le sfide poste all’interno del progetto.

Immaginare utilizzi innovativi per una serie di prodotti tecnologici, mettendo al centro competenze in design e comunicazione, con una forte componente di service design.


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Andrea Tritapepe, International Sales Manager di Pininfarina Segno, ci racconta in questa intervista la collaborazione con IAAD. per la Tesi di Classe in Product design.

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Progetto di tesi in Product design con Pininfarina Segno

Il confronto con gli studenti del corso IAAD. in Product design, che potranno essere i consumatori di domani, è interessante sia per lo sviluppo di nuovi prodotti, sia per ascoltare diversamente il futuro mercato di riferimento.

Tante soluzioni per innovare la scrivania, luogo divenuto sempre più importante nella quotidianità.

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Tante soluzioni per innovare la scrivania, luogo divenuto sempre più importante nella quotidianità.


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Massimo Carnelli, responsabile Sud Europa e nuovi mercati di  Jack Wolfskin, ci descrive il progetto di Tesi di Classe in Product design.

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Progetto di tesi in Product design con Jack Wolfskin

Un brief chiaro, con obiettivi semplici ma complessi allo stesso tempo: realizzare un capo o un accessorio che fosse multifunzionale o multiuso, in grado di adattarsi alle esigenze di chi lo indossa.

Molti spunti interessanti da parte degli studenti, frutto di un grande investimento nella ricerca di soluzioni per chi affronta la natura, rispettando in pieno la Brand Identity dell’azienda.

Un brief chiaro, con obiettivi semplici ma complessi allo stesso tempo: realizzare un capo o un accessorio che fosse multifunzionale o multiuso, in grado di adattarsi alle esigenze di chi lo indossa.

Molti spunti interessanti da parte degli studenti, frutto di un grande investimento nella ricerca di soluzioni per chi affronta la natura, rispettando in pieno la Brand Identity dell’azienda.


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Lorenzo Germak, founder di Paratissima, racconta la collaborazione con IAAD. e i suoi studenti per la tesi di Classe di Communication design.

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Progetto di tesi in Communication design con Paratissima

Un nuovo modo di raccontare un brand come Paratissima e uno sguardo nuovo sulla generazione Z sono i temi al centro del progetto in Textile and Fashion design in collaborazione con IAAD.

Innovazione e creatività sono i driver principali del lavoro svolto dagli studenti del corso, che hanno saputo offrire spunti su come adattare il linguaggio artistico ai temi della contemporaneità.

Un nuovo modo di raccontare un brand come Paratissima e uno sguardo nuovo sulla generazione Z sono i temi al centro del progetto in Textile and Fashion design in collaborazione con IAAD.

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