IAAD IAAD
Scopri il progetto di tesi IAAD. con CUSTOM REGENERATION

PARTNERS TESTIMONIALS

Progetto di Tesi in Product design con Custom Regeneration

Abbiamo intervistato Danilo Ragona, fondatore di Custom Regeneration, chiedendogli di descrivere l’esperienza di collaborazione con il progetto di tesi del corso in Product design.

Una sfida diversa dalla classica visione della progettazione: donare una nuova vita a un prodotto, collocandolo in un nuovo contesto e target di utenza.

Abbiamo intervistato Danilo Ragona, fondatore di Custom Regeneration, chiedendogli di descrivere l’esperienza di collaborazione con il progetto di tesi del corso in Product design.

Una sfida diversa dalla classica visione della progettazione: donare una nuova vita a un prodotto, collocandolo in un nuovo contesto e target di utenza.

Leggi la trascrizione dell’intervista a Danilo Ragona

sul progetto di tesi del corso in Product design in collaborazione con Custom Regeneration

Buongiorno a tutti!

Io sono Danilo Aragona, fondatore dell’azienda Custom Regeneration, e ho il piacere oggi qui di portare la mia, prima di tutto, la mia più grande soddisfazione per questa collaborazione con IAAD., con i ragazzi del terzo anno, perché abbiamo parlato di economia circolare, di sostenibilità, di inclusione.

Intanto è importante dire che parlare di economia circolare è una cosa che nelle scuole è abbastanza recente: sei anni fa si parlava ancora poco molto poco di economia circolare, no? E quindi si partiva dal progetto, da zero, per pensare a che materiale usare, come metterli assieme per proprio partire da zero e realizzare i prodotti; invece qui i ragazzi si sono dovuti scontrare completamente con una visione diversa della progettazione: quella di pensare a un prodotto che ha già avuto una sua vita e provare a dargliene un’altra, in un nuovo contesto, magari in un nuovo target di utenza.

Questa cosa devo dire che è stata veramente per me una grande soddisfazione, perché sono venute fuori veramente modalità creative e innovative molto interessanti, che ad esempio io, condizionato comunque già da dieci anni un po’ dal tema dell’economia circolare, non avevo assolutamente magari valutato certe considerazioni di progettazione.

Quanto pensi siano scalabili, ovvero producibili in serie, i prodotti realizzati dai nostri studenti?

Ci sono aziende che ormai da tempo e da anni sono una grande dimostrazione.

Prendiamo un esempio, Freitag, che è un’azienda che fa zaini: molti di noi sono alla ricerca di questi zaini particolari perché sono fatti usando teli dei furgoni ritagliati, e hanno sviluppato un prodotto di zaini in serie, un prodotto seriale che ormai è veramente diventato un prodotto importante, devo dire, in tutto il mondo.

Questo è uno stimolo per pensare che ogni prodotto usato può diventare un progetto di una nuova startup, una nuova azienda, per sviluppare comunque prodotti innovativi che ci facciano godere nella nostra vita quotidiana, nell’arredamento, nella mobilità, nello sport e così in tanti altri settori.

Le proposte dei nostri studenti sono state all’altezza delle tue aspettative?

Devo dire che sia io che anche Giorgio Possi dell’azienda Decathlon, che è l’azienda che ha partecipato con grande entusiasmo a questo progetto, siamo rimasti tutti e due veramente a bocca aperta già alla prima presentazione del progetto dei ragazzi.

Non ci aspettavamo veramente una quantità di pensieri innovativi così presenti ma soprattutto con grande partecipazione, felicità: avevamo paura, in effetti, di trovarci con dei ragazzi che non sapevano un po’ che strada prendere, invece addirittura le parti rotte sono diventate le parti da dove sono nate delle idee, delle proposte che ci hanno lasciato veramente tutti e due a bocca aperta.

Quindi devo dire che è un mercato che è sempre più predominante, perché comunque siamo dei grandi consumatori e questo sta riempiendo il nostro pianeta, ma devo dire che, fortunatamente, abbiamo avuto la sensazione che li sentiamo pronti a sviluppare un mondo molto più sostenibile, continuando sempre a soddisfare le nostre esigenze di ricerca della bellezza nell’arredamento, nella mobilità e nello sport.

Grazie veramente di cuore a tutto il gruppo dello IAAD., di Decathlon che si è messo a disposizione, e veramente di tutti i docenti per questo grande lavoro, perché è stato prima di tutto un lavoro veramente coinvolgente, perché è stato condiviso da parte di tutti quanti. Grazie a tutti!


Scopri gli altri Progetti di Tesi con le aziende partner IAAD.

Scopri il progetto di tesi IAAD. con Volkswagen Veicoli Commerciali

PARTNERS TESTIMONIALS

Progetto di Tesi in Digital Communication design con Volkswagen Veicoli Commerciali

Daniele Toniolo, Marketing Manager di Volkswagen Veicoli Commerciali in Italia, ci ha raccontato il progetto svolto con gli/le studentə del corso in Digital Communication design.

Un brief volutamente ampio per lasciare spazio alla creatività, che è stato comunque rispettato con grande coerenza e con la presentazione di progetti in linea con gli obiettivi dell’azienda e che hanno espresso forti competenze Digital.

Daniele Toniolo, Marketing Manager di Volkswagen Veicoli Commerciali in Italia, ci ha raccontato il progetto svolto con gli/le studentə del corso in Digital Communication design.

Un brief volutamente ampio per lasciare spazio alla creatività, che è stato comunque rispettato con grande coerenza e con la presentazione di progetti in linea con gli obiettivi dell’azienda e che hanno espresso forti competenze Digital.

Leggi la trascrizione dell’intervista a Daniele Toniolo

sul progetto di tesi in Communication design in collaborazione con Volkswagen Veicoli Commerciali

Sono Daniele Toniolo, Marketing Manager di Volkswagen Veicoli Commerciali in Italia.

Siamo partiti in questo progetto dando un brief volutamente dichiaratamente molto ampio: quando si dà un brief di questo tipo, largo, da una parte c’è, diciamo, il vantaggio di poter essere molto liberi di poter spaziare, di dare spazio alla creatività; dall’altra, però, c’è anche il rischio di poter perdere di vista, di divagare molto e di poter perdere di vista l’obiettivo del brief stesso.

Devo dire, nei progetti che abbiamo avuto nessuno dei team è andato fuori tema: sono state generate delle idee diverse tra di loro e tutte estremamente coerenti con il brief, e questo è un punto di partenza estremamente forte in un progetto di questo tipo.

Dopodiché c’è un grande valore aggiunto che è anche quello che noi cercavamo in questo tipo di esperienza, e cioè le competenze Digital di questi ragazzi: il mondo del Digital, dei Social in particolare, evolve semplicemente un po’ ogni giorno; c’è un paradigma nuovo, possiamo dire che il paradigma è la velocità di cambiamento del paradigma stesso, per questo è molto spesso difficile anche per i professionisti essere al passo con l’evoluzione del mondo digitale, dei social.

Per questi ragazzi è una cosa, invece, più naturale, quasi fisiologica, perché sono prima di tutto degli utenti, e questo è un po’ il valore aggiunto che hanno portato in questi progetti: loro parlano il linguaggio che è il linguaggio di questi strumenti.

Nonostante questo, devo dire che hanno avuto un approccio molto umile, nel senso che non hanno intrapreso l’analisi con supponenza ma anzi l’hanno fatto con estrema professionalità, con un approccio scientifico mi verrebbe da dire, e quindi hanno arricchito ulteriormente il lavoro che hanno fatto: devo dire, quindi, che quando ci sono questi due ingredienti, la coerenza con il brief e la capacità di sfruttare i canali secondo quello che è il linguaggio dei canali stessi che vengono messi in gioco, abbiamo già gli ingredienti sufficienti per fare un ottimo piatto.

Da lì, poi, devo aggiungere che hanno portato idee originali, idee molto fresche come dicevo prima, molto diverse da loro, e si è percepito, e questo lo apprezzo anche da un punto di vista umano: ho percepito un grande lavoro di team sia tra studenti e professori, ma anche nei team degli studenti stessi, quindi ottimo lavoro.

Siamo molto soddisfatti, è arricchente, penso, per i ragazzi ma molto anche per noi.


Scopri gli altri Progetti di Tesi con le aziende partner IAAD.

Scopri il progetto di tesi in Communication design con Studiolabo

PARTNERS TESTIMONIALS

Progetto di Tesi in Communication design con Studiolabo

Vedere l’esperienza di Brera Design District con occhi nuovi e con un approccio creativo e progettuale: questo il brief dato da Studiolabo agli/alle studentə del corso in Communication design.

Lavori eccezionali sotto il profilo della forma e della fattibilità, totalmente in linea con il modo di vedere un brand come Brera Design District: queste le parole di Cristian Confalonieri, Co-Founder e Creative Director di Studiolabo.

Vedere l’esperienza di Brera Design District con occhi nuovi e con un approccio creativo e progettuale: questo il brief dato da Studiolabo agli/alle studentə del corso in Communication design.

Lavori eccezionali sotto il profilo della forma e della fattibilità, totalmente in linea con il modo di vedere un brand come Brera Design District: queste le parole di Cristian Confalonieri, Co-Founder e Creative Director di Studiolabo.

Leggi la trascrizione dell’intervista a Cristian Confalonieri

sul progetto di tesi del corso in Communication design in collaborazione con Studiolabo

Ciao a tutti, sono Cristian Confalonieri, co-founder e Creative Director di Studiolabo.

Qual è stato il valore aggiunto di essersi rivolti a degli studenti IAAD. per questo progetto?

Il valore aggiunto di far partecipare gli studenti IAAD. ad un brief su Brera Design District è sicuramente il fatto di avere un punto di vista per noi inedito, quello di studenti che non sono di Milano e che non conoscono in prima persona l’esperienza di Brera Design District, per cui sicuramente l’approccio a qualcosa di nuovo, ma dentro un confine che conoscono bene, che è quello della creatività.

Come hanno interpretato il brief i nostri studenti?

I brief erano abbastanza complessi, perché entravano molto in profondità in quello che è Brera Design District con la sua mission e la sua vision.

Gli studenti devo dire che sono stati eccezionali sotto alcuni punti di vista, nella forma e secondo me ci portiamo a casa anche un paio di progetti assolutamente fattibili e in linea con quello che è il nostro modo di vedere Brera Design District.

Consiglieresti IAAD. ad un’altra azienda per questo tipo di esperienza?

Consiglierei IAAD. ad un’altra azienda, perché secondo me l’esperienza di entrare in relazione con un sistema di formazione è utile a prescindere e, visti i risultati delle tesi che riguardano il nostro brand, non posso fare altro che consigliare a chiunque di prendere questa strada.


Scopri gli altri Progetti di Tesi con le aziende partner IAAD.

Scopri il progetto di tesi in Communication design con Autodromo di Imola

PARTNERS TESTIMONIALS

Il nuovo logo dell’Autodromo di Imola raccontato dal Direttore Generale Pietro Benvenuti

In un mondo in continua evoluzione anche una realtà con una storia importante può decidere di rinnovare la propria immagine per proiettarsi nel futuro: il logo diventa il primo elemento per raccontare all’esterno la direzione in cui si sta muovendo un brand come l’Autodromo di Imola.

Storia, coraggio e soprattutto fiducia: quella riposta nel progetto di Giulia Mongardi, studentessa del corso IAAD. in Communication design è stata ben ricompensata, come afferma il Direttore Generale dell’Autodromo di Imola Pietro Benvenuti.

In un mondo in continua evoluzione anche una realtà con una storia importante può decidere di rinnovare la propria immagine per proiettarsi nel futuro: il logo diventa il primo elemento per raccontare all’esterno la direzione in cui si sta muovendo un brand come l’Autodromo di Imola.

Storia, coraggio e soprattutto fiducia: quella riposta nel progetto di Giulia Mongardi, studentessa del corso IAAD. in Communication design è stata ben ricompensata, come afferma il Direttore Generale dell’Autodromo di Imola Pietro Benvenuti.

Leggi la trascrizione dell’intervista a Pietro Benvenuti

sul progetto di Tesi in Communication design di Giulia Mongardi in collaborazione con l’Autodromo di Imola

Sono Pietro Benvenuti, il direttore generale dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.

Un po’ di tempo fa, pensando un po’ a questo circuito e a dove sta andando il mondo abbiamo deciso che era l’ora di rinfrescare un po’ l’immagine, soprattutto a partire dal logo, per cercare di avere un’immagine più fresca, più moderna, e che ci proietti verso il futuro. In quell’occasione lì avevamo cercato di contattare un po’ di designer che, bene o male, frequentano gli autodromi o comunque il nostro ambiente, quando invece un giorno si è presentata Giulia, che ci ha fatto la proposta di fare la sua tesi sul nostro autodromo, in particolare sul marchio, quindi rivedere il marchio.

Nella nostra concezione di adesso, i giovani sono un po’ la nostra speranza, e quindi quelli a cui dobbiamo dare fiducia: non ci abbiamo pensato molto e le abbiamo detto “Guarda, per noi è solo un piacere, quindi bene, a disposizione per qualsiasi aiuto di cui tu abbia bisogno.

Se non che poi un giorno io l’ho persa, i miei colleghi ci hanno un po’ interloquito, io l’ho persa un po’ di vista fino a che un giorno è arrivata con la bozza della tesi in mano e dove c’era tutto il possibile, tutta la storia di questo marchio nuovo che avrebbe caratterizzato poi il nostro autodromo.
Lei era riuscita in questo disegno a mettere un po’ tutto quello di cui noi abbiamo bisogno, e quindi la modernità, la semplicità, l’essenzialità, la celebrazione, perché è un anno importante: sono i 70 anni.
Dopo, però, doveva rimanere un logo non fino a 70 anni, ma un luogo permanente, quindi da qui in avanti: doveva essere quello e lei ha preso benissimo in considerazione queste nostre indicazioni, tant’è vero che una volta finita la tesi, presentata, le abbiamo chiesto di far sì che questo logo diventasse il nostro logo, e questo è stato.

Oggi abbiamo un logo che tutti hanno apprezzato molto, non solo in motorsport ma forse è stato apprezzato ancora di più fuori, dall’esterno, perché è stato visto, cosa che prima era un logo che non si vedeva, cioè era noto a chi era del settore ma non non si vedeva: oggi è un logo che si vede ed è riuscito a trovare una soluzione sui 70 anni con due stanghette che sono eccezionali, perché finito il settantesimo, togliendo le stanghette rimane il logo istituzionale, e quindi questa è stata per noi una grande (all’inizio forse) scommessa, però poi dopo è una forte base di partenza, perché ci ha dimostrato che dando fiducia ai giovani si riesce ad ottenere quello che devi avere per poter andare avanti, cosa che noi che siamo di generazioni un po’ diverse siamo sempre tentati di restare un po’ più aggrappati a quello che è stato il passato, quindi non abbiamo a volte la forza.

Il rumore fa parte del nostro mondo, quindi ci sta, è un po’ più alto però, vabbè…

Dicevo che è diventato per noi dare un motivo per cui adesso stiamo seguendo questa strada, di dare fiducia ai giovani, e dobbiamo farlo per forza.
I giovani devono avere una cosa, però: devono avere coraggio.
Oggi noi viviamo in un ambiente dove il coraggio la fa da padrona, perché un pilota che scende in pista o ha coraggio o non corre, e il successo lo tiene se ha più coraggio degli altri: quindi nella vita di tutti i giorni oggi è così, deve aver coraggio.

Noi dobbiamo avere il coraggio di cambiare quello che è stato un autodromo fino ad oggi completamente dedicato al Motorsport: deve essere un luogo di raccolta di tantissime attività, perché in effetti noi dalla Fiera dei Fiori fino agli ultraleggeri possiamo fare qualsiasi tipo di evento, e questo è un po’ quello da cui ci dobbiamo staccare, quindi dal vecchio, quindi il Motorsport, anche per questioni ambientali.

Perché noi abbiamo un problema, il rumore, abbiamo il problema poi degli scarichi della CO2, quindi tutte queste cose che non abbiamo mai affrontato, forse per comodità e poi per ignoranza.
Oggi, invece, dobbiamo avere la forza di cambiare questo andamento, questo coraggio così come nel nostro lavoro abbiamo necessità di far sì che chi viene con noi abbia la voglia di vincere, abbia la voglia di sfidare, e quindi quando fai una sfida ci vuole sempre del coraggio.

I ragazzi di oggi non tutti, non so se per fortuna oppure no, però non tutti hanno questo coraggio: chi poi c’ha il coraggio lo vediamo subito perché, come Giulia, poi dopo rimane insieme a noi, e quindi oggi la Giulia è una nostra collaboratrice che ci aiuterà non solo nel logo ma in tutto quello che è un po’ la nostra identità di azienda.


Scopri gli altri Progetti di Tesi con le aziende partner IAAD.

IAAD. e L'Oréal uniscono le forze per insegnare ai professionisti del mondo del beauty la metodologia del design thinking

PARTNERS TESTIMONIALS

IAAD. e L’Oréal Professionnel collaborano per creare i workshop “Design, hair and beauty: a contemporary combination”

Perché una collaborazione fra lo IAAD. e L’Oréal Professionnel, l’azienda leader nel settore dell’estetica e della bellezza? Perché entrambe condividono la passione per l’eccellenza, credono nel valore della cultura e della qualità, hanno una visione fortemente innovativa e contemporanea.

Perché una collaborazione fra lo IAAD. e L’Oréal Professionnel, l’azienda leader nel settore dell’estetica e della bellezza? Perché entrambe condividono la passione per l’eccellenza, credono nel valore della cultura e della qualità, hanno una visione fortemente innovativa e contemporanea.


Scopri gli altri Video con le aziende partner IAAD.

I migliori progetti di tesi del Dipartimento IAAD. di Transportation design realizzati in collaborazione con Porsche e Nissan

PARTNERS TESTIMONIALS

IAAD. Transportation Design Show: i migliori progetti di tesi in collaborazione con Porsche e Nissan

IAAD. presenta i risultati dei progetti di tesi del Dipartimento di Transportation design realizzati in collaborazione con Porsche e Nissan, in occasione dell’apertura dell’anno accademico.

IAAD. presenta i risultati dei progetti di tesi del Dipartimento di Transportation design realizzati in collaborazione con Porsche e Nissan, in occasione dell’apertura dell’anno accademico.


Scopri gli altri Video con le aziende partner IAAD.