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Enrico Nada di Nova Coop ci racconta l'esperienza di collaborazione con IAAD. per il progetto di tesi in Innovation Design

PARTNERS TESTIMONIALS

Progetto di tesi in Innovation design con Nova Coop

Una realtà come Nova Coop con oltre 100 anni di tradizione ha sempre mantenuto lo sguardo sempre rivolto all’innovazione, al fine di interpretare il modo in cui cambiano i bisogno dei consumatori.

Collaborare con gli studenti del corso in Innovation design è stato estremamente importante per ricevere spunti da chi sviluppa competenze verticali nell’ambito dell’innovazione.

Una realtà come Nova Coop con oltre 100 anni di tradizione ha sempre mantenuto lo sguardo sempre rivolto all’innovazione, al fine di interpretare il modo in cui cambiano i bisogno dei consumatori.

Collaborare con gli studenti del corso in Innovation design è stato estremamente importante per ricevere spunti da chi sviluppa competenze verticali nell’ambito dell’innovazione.

Leggi la trascrizione dell’intervista a Enrico Nada

sul progetto di tesi in Innovation design realizzato in collaborazione con Nova Coop

Enrico Nada, responsabile dei progetti e delle attività sociali di Nova Coop.

Che ruolo ha l’innovazione per una cooperativa con oltre 100 anni di storia e una solida tradizione?

Proprio perché abbiamo cent’anni di storia e una solida tradizione, l’innovazione è fondamentale.

Nel mondo del commercio e della grande distribuzione le modalità di vendere e i marchi che hanno venduto sono cambiati tantissimo: se Coop dal 1854 esiste qui in Piemonte è proprio perché, grazie alle professionalità interne e la relazione col mondo esterno, siamo riusciti via via nel tempo a interpretare come cambiavano i bisogni dei consumatori e quali erano le opportunità che venivano offerte dalle nuove tecnologie o da nuovi modelli di pensiero, e quindi l’innovazione e il confronto con un corso di laurea che fa innovazione e con ragazzi che sono preparati su questo aspetto per noi è stato estremamente importante.

Qual è il ruolo e la responsabilità di Nova Coop nei confronti della comunità locale?

È un tema ovviamente molto complesso: da un lato l’obiettivo principale è rispondere ai bisogni per quanto riguarda il fare la spesa, fondamentalmente delle persone che vivono in questi quartieri.

Rispondere ai bisogni vuol dire offrire una varietà di opportunità di fare la spesa, quindi anche su Torino Coop ha dei grandi ipermercati con più di 5.000 metri quadri di area vendita, dei superstore che sono delle superfici di due o tremila metri quadri, dei supermercati, e da poco anche proprio dei piccoli negozi di vicinato, che vuol dire 150-200 metri quadri di area vendita.

Quindi il primo tema è rispondere al bisogno concreto sapendo che il mondo del commercio è un ecosistema in cui ci siamo noi, ci sono nostri competitor e ci sono anche tante forme di piccola distribuzione, che è vero che patiscono la grande distribuzione, specialmente sull’aspetto dei servizi e della relazione con le persone, ma possono essere competitivi e ritagliarsi un loro spazio.

Come Coop, essendo cooperativa noi dobbiamo rispondere agli interessi della proprietà, che nel nostro caso sono i soci: in Piemonte sono 600 mila soci che sono delle normalissime persone che vengono a fare la spesa, e quindi la loro aspettativa non è solo comprare un prodotto di buona qualità o giusto prezzo, ma anche che la Coop agisca un ruolo sui territori in cui opera, e questo per noi è un pezzo importante della nostra missione, della vision che abbiamo, come ruolo dell’azienda nella società, e lo portiamo avanti.

Io dico che un supermercato non è un astronave che atterrata nella notte in un quartiere, ma è figlio di una relazione che si attiva con il territorio: una relazione che è commerciale ma che è anche sociale, mettendo a disposizione i nostri spazi per le realtà del territorio, restituendo una parte di quello che è il valore che noi creiamo alle varie realtà territoriali.

Posso fare alcuni esempi: proporre delle attività didattiche legate al consumo, e sono migliaia le classi che ogni anno lavorano con noi, restituendo alle associazioni del territorio tutta quella merce che non può più essere venduta ma può essere ancora tranquillamente consumabile, entrando in percorsi di co progettazione e relazione con istituzioni, scuole e associazioni, e questo è proprio un pezzo che caratterizza e distingue Coop da qualunque altra catena della grande distribuzione in Italia.

Qual è la sua opinione sul lavoro svolto dai ragazzi e sulle competenze dell’innovation designer?

L’opinione è molto positiva e secondo me è emerso bene l’approccio e il ruolo di un Innovation designer e il bisogno che come azienda si può avere di questa figura professionale.

È emerso bene perché, come ho detto anche ai ragazzi commentando il loro lavoro, è emersa una competenza trasversale su diversi aspetti perché sono stati competenti nell’analizzare il bisogno, nell’analizzare la situazione e nell’esprimere delle risposte, ma anche nel presentarle in maniera piacevole e dal punto di vista aziendale riutilizzabile.

Cioè, la storia per come me l’hanno raccontata magari è un po’ da comprimere ma posso portarla in azienda: per me hanno espresso competenza, hanno espresso entusiasmo, si sono messi in gioco; da noi arrivavano i colleghi del punto vendita dicendo “Ma ci sono dei ragazzi che stanno facendo domande in giro”, che vuol dire quindi che si muovevano, e si muovevano con autonomia e con voglia di portare a casa un bel risultato.

Per un’azienda ragionare di innovazione si può fare solo, secondo me, se c’è gente che ci creda in azienda ma con dei cervelli esterni, perché solo stando dentro l’azienda dopo un po’ si perde un po’ il senso delle possibilità, perché ci si schiaccia nella routine, nella burocrazia, nel “si è sempre fatto così”, che è una frase classica della vita aziendale, quindi avere dei giovani che ti portano un punto di vista diverso, anche solo delle esperienze o degli approcci a cui non avevi pensato è stato veramente importante e utile.


Scopri gli altri Progetti di Tesi in design degli/delle studentə IAAD.

Michele Deconcini, Responsabile dell'Advanced Design in Iveco, racconta l'esperienza di collaborazione durante il progetto di tesi con gli studenti IAAD.

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Progetto di tesi in Transportation design con Iveco Group

Una sfida complessa, quella di analizzare e raccontare i possibili scenari in cui posizionare un nuovo tipo di veicolo commerciale di Iveco Group: compito reso ancora più delicato dalla compresenza di diverse mission.

L’approccio degli studenti è stato in grado di sviluppare tutte le possibilità legate al veicolo, realizzando molte soluzioni che l’azienda ha apprezzato molto, soprattutto per l’attenzione alla User Experience.

Una sfida complessa, quella di analizzare e raccontare i possibili scenari in cui posizionare un nuovo tipo di veicolo commerciale di Iveco Group: compito reso ancora più delicato dalla compresenza di diverse mission.

L’approccio degli studenti è stato in grado di sviluppare tutte le possibilità legate al veicolo, realizzando molte soluzioni che l’azienda ha apprezzato molto, soprattutto per l’attenzione alla User Experience.


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Maurizio Lamparelli, direttore commerciale e marketing di Ef Group , ci racconta in questa intervista la collaborazione con IAAD. per la Tesi di Classe di Interior design.

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Progetto di tesi in Interior design con Eurofiere

Grande soddisfazione per le proposte degli studenti del corso in Interior design, soprattutto per la scalabilità delle soluzioni individuate per la soluzione dei bisogni dei clienti.

Una grande attenzione è stata posta soprattutto ai temi di sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di sensibilizzare maggiormente su questi aspetti, sempre più centrali nelle strategie aziendali.

Grande soddisfazione per le proposte degli studenti del corso in Interior design, soprattutto per la scalabilità delle soluzioni individuate per la soluzione dei bisogni dei clienti.

Una grande attenzione è stata posta soprattutto ai temi di sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di sensibilizzare maggiormente su questi aspetti, sempre più centrali nelle strategie aziendali.


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Anita Guerra, Community Manager di DumBO, ci racconta la collaborazione tra DumBO e IAAD.  per il progetto di Tesi di Classe in Digital Communication design.

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Progetto di tesi in Digital Communication design con DumBO

Un progetto in cui gli studenti del corso IAAD. in Digital Communication design sono riusciti a interpretare il modo in cui DumBO intende inserirsi nel contesto della città di Bologna.

Sono emerse chiavi di lettura interessanti, grazie alle competenze espresse dalla classe e all’approccio creativo dato al progetto, mantenendo sostenibilità e community design al centro delle proposte.

Un progetto in cui gli studenti del corso IAAD. in Digital Communication design sono riusciti a interpretare il modo in cui DumBO intende inserirsi nel contesto della città di Bologna.

Sono emerse chiavi di lettura interessanti, grazie alle competenze espresse dalla classe e all’approccio creativo dato al progetto, mantenendo sostenibilità e community design al centro delle proposte.


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Massimiliano Dibitonto, user experience manager di Olivetti

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Progetto di tesi in Digital Communication design con Olivetti

Dal dialogo tra gli studenti del corso IAAD. in Digital Communication design e Olivetti sul tema delle Smart Cities sono emerse soluzioni creative di valore, nonostante le sfide poste all’interno del progetto.

Immaginare utilizzi innovativi per una serie di prodotti tecnologici, mettendo al centro competenze in design e comunicazione, con una forte componente di service design.

Dal dialogo tra gli studenti del corso IAAD. in Digital Communication design e Olivetti sul tema delle Smart Cities sono emerse soluzioni creative di valore, nonostante le sfide poste all’interno del progetto.

Immaginare utilizzi innovativi per una serie di prodotti tecnologici, mettendo al centro competenze in design e comunicazione, con una forte componente di service design.


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Andrea Tritapepe, International Sales Manager di Pininfarina Segno, ci racconta in questa intervista la collaborazione con IAAD. per la Tesi di Classe in Product design.

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Progetto di tesi in Product design con Pininfarina Segno

Il confronto con gli studenti del corso IAAD. in Product design, che potranno essere i consumatori di domani, è interessante sia per lo sviluppo di nuovi prodotti, sia per ascoltare diversamente il futuro mercato di riferimento.

Tante soluzioni per innovare la scrivania, luogo divenuto sempre più importante nella quotidianità.

Il confronto con gli studenti del corso IAAD. in Product design, che potranno essere i consumatori di domani, è interessante sia per lo sviluppo di nuovi prodotti, sia per ascoltare diversamente il futuro mercato di riferimento.

Tante soluzioni per innovare la scrivania, luogo divenuto sempre più importante nella quotidianità.


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Massimo Carnelli, responsabile Sud Europa e nuovi mercati di  Jack Wolfskin, ci descrive il progetto di Tesi di Classe in Product design.

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Progetto di tesi in Product design con Jack Wolfskin

Un brief chiaro, con obiettivi semplici ma complessi allo stesso tempo: realizzare un capo o un accessorio che fosse multifunzionale o multiuso, in grado di adattarsi alle esigenze di chi lo indossa.

Molti spunti interessanti da parte degli studenti, frutto di un grande investimento nella ricerca di soluzioni per chi affronta la natura, rispettando in pieno la Brand Identity dell’azienda.

Un brief chiaro, con obiettivi semplici ma complessi allo stesso tempo: realizzare un capo o un accessorio che fosse multifunzionale o multiuso, in grado di adattarsi alle esigenze di chi lo indossa.

Molti spunti interessanti da parte degli studenti, frutto di un grande investimento nella ricerca di soluzioni per chi affronta la natura, rispettando in pieno la Brand Identity dell’azienda.


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Lorenzo Germak, founder di Paratissima, racconta la collaborazione con IAAD. e i suoi studenti per la tesi di Classe di Communication design.

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Progetto di tesi in Communication design con Paratissima

Un nuovo modo di raccontare un brand come Paratissima e uno sguardo nuovo sulla generazione Z sono i temi al centro del progetto in Textile and Fashion design in collaborazione con IAAD.

Innovazione e creatività sono i driver principali del lavoro svolto dagli studenti del corso, che hanno saputo offrire spunti su come adattare il linguaggio artistico ai temi della contemporaneità.

Un nuovo modo di raccontare un brand come Paratissima e uno sguardo nuovo sulla generazione Z sono i temi al centro del progetto in Textile and Fashion design in collaborazione con IAAD.

Innovazione e creatività sono i driver principali del lavoro svolto dagli studenti del corso, che hanno saputo offrire spunti su come adattare il linguaggio artistico ai temi della contemporaneità.


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Marta Brossa di Furla ci racconta l'esperienza di collaborazione con IAAD. per i progetti di tesi in Fashion Design

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Progetto di tesi in Fashion design con Furla

La collaborazione tra IAAD. e Furla ha mostrato il modo in cui le nuove generazioni percepiscono il brand e ha offerto punti di vista interessanti anche per comprendere come essere più vicini a questo target.

Tante idee e spunti interessanti che saranno utili all’azienda per la creazione delle prossime collezioni!

La collaborazione tra IAAD. e Furla ha mostrato il modo in cui le nuove generazioni percepiscono il brand e ha offerto punti di vista interessanti anche per comprendere come essere più vicini a questo target.

Tante idee e spunti interessanti che saranno utili all’azienda per la creazione delle prossime collezioni!

Leggi la trascrizione dell’intervista a Marta Brossa

sul progetto di tesi in Textile and Fashion design realizzato in collaborazione con Furla

Mi chiamo Marta Brossa lavoro in Furla come Coordinatrice dell’Ufficio Stile.

In quale misura avete riscontrato coerenza tra proposte creative/innovative e identità del brand Furla?

In generale tutte le proposte che sono state fatte dagli studenti hanno colto in qualche modo alcuni aspetti dell’essenza di Furla: in alcuni ambiti la parte più giocosa, più divertente, più di ricerca del nostro Brand; altri più legati all’heritage, alla storia o comunque alla tipologia di culture che ci piace, a cui ci piace affiancarci, quindi è stato molto interessante vedere la sfaccettatura che gli studenti hanno portato di tutti gli aspetti di Furla.

Nel contesto della comunicazione, soprattutto considerando il target della generazione Z, come valuta efficacia e innovazione delle proposte presentate?

Queste proposte sono sicuramente molto interessanti, e molto interessante è vedere che cosa gli studenti portano e che cosa il loro target porta come idee, come estetica del Brand.

È stato molto interessante: devo dire che ho trovato, nonostante i progetti fossero tutti molto diversi, molti punti in comune tra i vari progetti, che secondo me sono probabilmente lo specchio di questo target di ragazzi che sicuramente ci aiuteranno a portare a casa qualcosa di nuovo.


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Scopri il progetto di tesi IAAD. con Gallerie d'Italia

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Progetto di Tesi del Master in Digital Marketing: intervista ad Antonio Carloni di Gallerie d’Italia

Antonio Carloni, Vice Direttore di Gallerie d’Italia, ci racconta l’esperienza di collaborazione con gli/le studentə del Master in Digital Marketing & Communication Management.

Proposte innovative e di frontiera che, supportate da un’attenta analisi dei dati, offrono spunti interessanti per ridefinire le logiche di engagement destinate a un pubblico sempre più giovane.

Antonio Carloni, Vice Direttore di Gallerie d’Italia, ci racconta l’esperienza di collaborazione con gli/le studentə del Master in Digital Marketing & Communication Management.

Proposte innovative e di frontiera che, supportate da un’attenta analisi dei dati, offrono spunti interessanti per ridefinire le logiche di engagement destinate a un pubblico sempre più giovane.

Leggi la trascrizione dell’intervista ad Antonio Carloni

sul progetto di tesi del Master in Digital Marketing & Communication Management realizzato in collaborazione con Gallerie d’Italia

Buongiorno, sono Antonio Carloni, sono il vicedirettore delle Gallerie d’Italia e sono il responsabile dei progetti fotografici e delle committenze di Intesa Sanpaolo, quindi un doppio ruolo: da una parte aiuto il direttore Coppola nella gestione del museo, nell’altra invece, insieme al comitato scientifico, propongo e scegliamo i lavori da esporre che ricevono le committenze, che quindi sono tutti quasi tutti lavori inediti.

Lə studentə del Master hanno sviluppato sia un’analisi di scenario sia una strategia evolutiva con proposte concrete: quale dei due contributi avete trovato più interessante?

La cosa bella di lavorare con gli studenti è che poi loro vivono un periodo della vita magico, in cui hanno tempo di riflettere.

Devo dire che dei due aspetti probabilmente il secondo è quello che abbiamo trovato più sviluppato, ma anche più di frontiera, nel senso che poi l’altro è un’analisi dei dati, una raccolta, un provare a mettere insieme cose che già esistono; invece nella seconda parte, il secondo scenario, quello più interessante, quello dove loro si sono tra virgolette “Impegnati di più” e dove hanno trovato anche maggior libertà, quindi sicuramente il secondo.

Le proposte elaborate dallə studentə del Master possono contribuire a rendere la vostra struttura espositiva più ‘appealing’ per il pubblico delle nuove generazioni?

Non abbiamo dubbio su questo.

Facciamo queste collaborazioni con le scuole proprio perché andiamo a cercare le energie fresche, andiamo a cercare soprattutto pensieri nuovi e soprattutto andiamo a cercare quelle necessità che magari noi per motivi anagrafici, per impegni lavorativi, per processi esecutivi estremamente complessi non abbiamo il tempo di sviluppare, quindi è proprio lì che andiamo a cercare, negli studenti ma soprattutto nelle persone della loro età, perché poi ci siamo accorti che ogni persona che viene qui a fare un dibattito, a fare una mostra poi parla alle persone della propria età e quindi è proprio per questo che andiamo dagli studenti a cercare risposte, o anche domande, perché poi sono processi lunghi, e in questo caso siamo convinti che quello che gli studenti hanno fatto sarà per noi utile per andare a creare un engagement diverso sulle generazioni più giovani.

La personalità dellə studentə e le loro proposte vi hanno sorpreso o si sono rivelate conformi alle vostre aspettative?

In realtà ci hanno sorpreso ma è perché proprio quello che facciamo, cioè vogliamo essere sorpresi da loro.

Vogliamo capire che cosa loro pensano ed è assolutamente necessario che loro ci sorprendano: se oggi non ci avessero sorpreso probabilmente l’anno prossimo non faremo un’altra volta una cosa insieme, che invece siamo sicuri di fare.

Come sempre poi noi abbiamo visto quanti, 20 persone, 25, 30, non so il numero preciso, però poi ci sono sempre quei 4-5 che emergono, gli altri magari che emergono meno, però siamo sicuramente rimasti sorpresi di come loro abbiano percepito quello che noi abbiamo dato e di come ce l’abbiamo restituito oggi.


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