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Giancarlo Del Mundo, alumnus IAAD. del corso in Innovation design, ci racconta il suo progetto di tesi

THESIS PROJECTS

Prossimità e cura: una tesi in Innovation design

“La Prossimità come metodo per costruire una comunità di cura”: questo il titolo della tesi individuale in Innovation design per l’impresa, la cultura e il sociale che Giancarlo Del Mundo ha realizzato in collaborazione con la Casa del Quartiere San Salvario.

L’analisi condotta dal nostro alumnus si concentra sulla prossimità all’interno della Casa del Quartiere di San Salvario, già fortemente conosciuta per le sue attività,ma con l’obiettivo di potenziarla creando un sistema di prossimità tra i residenti.

“La Prossimità come metodo per costruire una comunità di cura”: questo il titolo della tesi individuale in Innovation design per l’impresa, la cultura e il sociale che Giancarlo Del Mundo ha realizzato in collaborazione con la Casa del Quartiere San Salvario.

L’analisi condotta dal nostro alumnus si concentra sulla prossimità all’interno della Casa del Quartiere di San Salvario, già fortemente conosciuta per le sue attività,ma con l’obiettivo di potenziarla creando un sistema di prossimità tra i residenti.

Leggi la trascrizione dell’intervista a Giancarlo Del Mundo

con il suo progetto di tesi in Innovation design

Ciao, mi chiamo Giancarlo Del Mundo e ho frequentato il corso di Innovation design.

Raccontaci il tuo progetto

Il mio progetto affronta la prossimità come strumento di progettazione per stimolare nuove interazioni e nuovi incontri da persone all’interno di una città.

Ho analizzato la città di Torino come possibile città di 15 minuti, ovvero una città che riesce a essere facilmente accessibile, raggiungendo ogni possibile servizio e attività quotidiana entro 15 minuti a piedi o in bici.
Ho preso come punto di ispirazione, come oggetto di studio, la città di Torino perché ha una enorme possibilità e in quanto è stata nominato come capitale dell’Innovazione Sociale, e ho analizzato, ho effettuato questo studio con l’aiuto di un libro: “Abitare la prossimità” di Ezio Manzini.
Il libro mi ha insegnato tutta la teoria della prossimità, illustrando casi reali e anche tutti i benefici che si possono ottenere attraverso la città di 15 minuti.

Abbiamo avuto come azienda partner La casa del quartiere di San Salvario, grazie all’aiuto del relatore interno, Fabrizio Barbiero, poiché la casa del quartiere di San Salvario mette a disposizione degli spazi a servizio dell’intero quartiere, creando una comunità solida e coesa.

Com’è nata l’idea e cosa ti ha ispirato?

È stato molto difficile trovare l’idea per questo progetto: l’Innovation design tratta tantissimi argomenti, e tra questi argomenti mi è molto caro l’argomento della comunità.

La comunità è un argomento che abbiamo trattato molto spesso in classe, e l’aspetto sociale mi è molto a cuore, ed è per questo che ho dedicato la mia tesi ad affrontare questo ambito di studi e cercare un modo per migliorare questa parte di studio che è ancora incoltivata.

Come sei stato supportato da IAAD.?

È stato di grandissimo aiuto il relatore interno, Fabrizio Barbiero, che mi ha messo in contatto con la il relatore esterno, La casa del quartiere di San Salvario: mi è stato accanto per tutto il processo di tesi, curando dal punto di vista di contenuto e formale tutto il mio elaborato.

Ringrazio anche il professor Fattibene per averlo sostituito, perché è stato malato il professor Barbiero.

Se dovessi tornare indietro rifaresti questo percorso?

Personalmente sì: è stato un percorso veramente peculiare e che mi ha cambiato a livello personale.

Tutti noi di Innovation design siamo usciti molto cambiati da questo percorso, e soprattutto ho incontrato dei professori che sono stati veramente molto capaci e molto competenti, e che resteranno sempre in me in ambito professionale.

Perché hai scelto IAAD.?

Ho scelto IAAD. perché volevo creare qualcosa, perché volevo uscire dagli schemi: potevo scegliere ingegneria, economia, ma erano dei percorsi di studi veramente classici, ma volevo realizzare qualcosa e lo IAAD. era il giusto posto per farlo.

Non volevo rimanere nella parte nozionistica ma volevo mettere in pratica, concretizzare, tutto ciò che avevo in testa, e Social Innovation design, come anche lo IAAD. mi permetteva di farlo.


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