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Un progetto di tesi in Communication design che affronta i problemi dei disturbi uditivi e dell'ascolto generazionale

THESIS PROJECTS

Progetto di tesi in Communication design: un podcast sull’ascolto generazionale

“Ma mi senti?” Questo il nome del podcast sviluppato da Rebecca Baravelli come progetto di tesi del corso in Communication design, con l’obiettivo di sensibilizzare le persone su due problemi molto attuali: la scarsa comunicazione tra le generazioni e i disturbi uditivi.

La collaborazione con l’azienda MDE Audio Strategy, società focalizzata sul Digital Audio, e il supporto della community di docenti IAAD. hanno fatto sì che il progetto potesse raggiungere un obiettivo così sfidante.

“Ma mi senti?” Questo il nome del podcast sviluppato da Rebecca Baravelli come progetto di tesi del corso in Communication design, con l’obiettivo di sensibilizzare le persone su due problemi molto attuali: la scarsa comunicazione tra le generazioni e i disturbi uditivi.

La collaborazione con l’azienda MDE Audio Strategy, società focalizzata sul Digital Audio, e il supporto della community di docenti IAAD. hanno fatto sì che il progetto potesse raggiungere un obiettivo così sfidante.

Leggi la trascrizione dell’intervista a Rebecca Baravelli

con il suo progetto di tesi in Communication design

Sono Rebecca Baravelli, ho frequentato il corso di Communication design allo IAAD.

Raccontaci il tuo progetto

Per il mio progetto di tesi individuale ho progettato in realtà un qualcosa di molto poliedrico: il fulcro è stato un podcast, quindi diciamo che il podcast era il sole e poi eventi, merchandising, comunicazione, social ecc…tutti i pianeti del mio sistema solare della tesi.
Insomma, quindi, un progetto abbastanza poliedrico però, sì, il fulcro era appunto il podcast.

Com’è nata l’idea, cosa ti ha ispirato?

Ciò che mi ha ispirato per il mio progetto di tesi è stato qualcosa che è partito interiormente, quindi da me, in particolar modo i rapporti familiari che ho all’interno della mia vita, rapporti di vicinanza stretta, e questo credo sia fondamentale per portare a termine un progetto che sentiamo nostro al 1000%, quindi partire da un qualcosa che sentiamo, non per forza delle problematiche ma qualcosa che appunto vediamo come nostro.

Con quale azienda hai collaborato?

Per il mio progetto di tesi ho collaborato con un’azienda che si chiama MDE ed è un’azienda di branded podcast, e in particolar modo mi sono interfacciata col CEO ed è stata sicuramente una scelta molto proficua.

Ho scelto questa azienda perché, appunto, mi avrebbe aiutata nella creazione di un branded podcast, che era proprio lo scopo della mia tesi, e inoltre è un’azienda estremamente specializzata in questo campo, un’azienda su Milano: ho trovato in Mirko una persona fondamentale per la buona riuscita appunto della creazione di questo podcast.

Quali difficoltà hai incontrato e come le hai superate?

Le maggiori difficoltà nello sviluppo del progetto sicuramente sono state il fatto che sono partita dal non sapere esattamente quale fosse l’obiettivo finale del mio progetto, quindi sono partita da un qualcosa che mi interessava, una mia problematica, ma non sapendo poi a cosa sarei arrivata con la realizzazione della tesi, quindi la difficoltà è stata proprio focalizzarsi e canalizzare le energie verso un obiettivo che poi potesse essere qualcosa di entusiasmante, quindi partire da qualcosa senza sapere dove arrivare.

Ho superato questa difficoltà interfacciandomi spesso con docenti anche diversi, quindi non solo il mio relatore interno ma tantissimi docenti che mi hanno accompagnato in questi tre anni, e da ognuno ho preso qualche spunto fino poi ad arrivare ad avere proprio il progetto di tesi.

Come sei stata supportata da IAAD.?

Il supporto in IAAD. è qualcosa di presente: c’è soprattutto dai docenti perché il legame che c’è fra gli studenti e i docenti è qualcosa di veramente stretto e quindi anche i docenti che ci vedono crescere per tre anni ci tengono a far sì che i nostri progetti di tesi ci soddisfino, e quindi ci aiutano davvero tanto, anche inconsapevolmente.

Sicuramente anche il supporto della classe, essendo a numero chiuso quindi riuscendo a creare legami stretti, è stato fondamentale perché ci si parla tra compagni di classe, insieme anche ai professori, anche proprio durante le lezioni magari ci sono dei momenti di confronto collettivi e questi sono davvero utili.

Cosa hai provato quando hai visto la tua idea prendere forma?

Quando ho visto la mia idea prendere forma ho sicuramente provato tantissima soddisfazione, appunto, perché ero partita dal non avere un obiettivo preciso.

Il momento in cui c’è stato quello switch in cui ero in un tunnel senza luce e poi quando invece ho capito che cosa la mia tesi stava diventando mi ha dato poi anche la forza per incanalare meglio le mie energie e andare verso quella direzione, quel preciso obiettivo, quindi sicuramente molta soddisfazione e il fatto di sapere dove andare e volerci arrivare.

Cosa rappresenta questo progetto per te e per la tua carriera?

Questo progetto rappresenta per me il fatto che riesco ad arrivare in fondo a qualcosa con solo le mie forze, qualcosa che inizialmente penso essere più grande di me invece, poi riesco ad arrivarci; invece per la mia carriera rappresenta forse un punto di lancio perché mi piacerebbe riuscire a realizzarlo nel concreto.

La tua definizione di successo?

Che definizione dare alla parola successo? Diciamo che sicuramente quello che penso oggi è diverso da quello che pensavo tempo fa, quindi tempo fa pensavo che il successo fosse qualcosa dato dagli altri, dato dalla società, invece oggi penso che il successo sia qualcosa che sentiamo più interiormente, quindi quando ci sentiamo soddisfatti, orgogliosi di un qualcosa che abbiamo fatto noi stessi con le nostre forze, e non importa quello che pensano gli altri: quindi il successo per me oggi è essere soddisfatti, orgogliosi di se stessi e di quello che si è fatto o che si sta facendo.

Quale consiglio daresti a chi ancora deve affrontare questo percorso?

Un consiglio che mi sento di dare è molto semplice, è una parola ed è buttati!

Non aver paura di cominciare qualcosa anche se non sai che frutti darà, però la cosa importante è sì buttarsi ma chiaramente non nel vuoto, quindi partire da qualcosa che si sente interiormente, qualcosa che senti tuo e a quel punto buttarti sarà come buttarti col paracadute perché stai partendo da te stesso e quindi è sicuramente qualcosa che avrà successo.

Trust the Process!


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