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Il progetto di tesi in Interior design di Maddalena Abello con ICIF Italia

THESIS PROJECTS

Progetto di tesi in Interior design: Maccheroni Goal con ICIF Italia

Lavorando in collaborazione con ICIF – Italian Culinary Institute for Foreigners Maddalena Abello, alumna IAAD. del corso in Interior design, è riuscita a progettare un format di locali di ristorazione scalabile, in grado di rappresentare i valori del brand pur mantenendo l’unicità dei contesti in cui è collocato.

Analisi e conoscenza del brand, unita a un costante confronto e supporto da parte del relatore interno Walter Nicolino, sono stati fondamentali per trasformare un’idea progettuale in realtà!

Lavorando in collaborazione con ICIF – Italian Culinary Institute for Foreigners Maddalena Abello, alumna IAAD. del corso in Interior design, è riuscita a progettare un format di locali di ristorazione scalabile, in grado di rappresentare i valori del brand pur mantenendo l’unicità dei contesti in cui è collocato.

Analisi e conoscenza del brand, unita a un costante confronto e supporto da parte del relatore interno Walter Nicolino, sono stati fondamentali per trasformare un’idea progettuale in realtà!

Leggi la trascrizione dell’intervista a Maddalena Abello

con il suo progetto di tesi in Interior design

Sono Maddalena Abello e ho studiato Interior design allo IAAD.

Raccontaci il tuo progetto

Ho progettato il primo locale di una futura catena di ristorazione che si chiamerà “Maccheroni Goal”.

È stato un progetto molto grande e molto interessante: ho dovuto progettare un locale scalabile che rappresentasse al meglio questo questo brand.

Com’è nata l’idea, cosa ti ha ispirato?

Fin dall’inizio sapevo che volevo trattare il tema della ristorazione o, in qualunque caso, del cibo.

È nato totalmente per caso: ho fatto un viaggio a Dicembre a Londra per trovare una mia amica e lì ho incontrato il mio relatore esterno che mi ha proposto questo progetto, che poi abbiamo appunto portato avanti.
Tornata a casa ne ho parlato con il mio relatore interno: è andata così.

Con quale azienda hai collaborato?

Allora, ho collaborato con ICIF che è una scuola di alta cucina internazionale: ha sede in Italia ma anche all’estero, in Cina e in Brasile. Ho collaborato perché il mio relatore esterno è appunto presidente di questa associazione.

Quali difficoltà hai incontrato e come le hai superate?

È stato un progetto complicato perché ho dovuto trattare un brand: non l’avevo mai fatto prima, l’ho dovuto analizzare e capire come rappresentarlo al meglio nello spazio.

Inoltre non si trattava di un locale bensì di più locali, un format scalabile e riproducibile: questa è stata la principale difficoltà; non aveva una planimetria precisa bensì il mio progetto era utopico, doveva essere scalabile appunto in qualsiasi contesto.

Come sei stata supportata da IAAD.?

È stato fondamentale il mio relatore interno: io ho collaborato con Walter Nicolino.
Ci siamo confrontati numerose volte dopo lezione, abbiamo fatto appunto svariati incontri: sicuramente non ci si deve aspettare tutte le revisioni che si dovrebbero avere con un normale progetto, infatti stiamo parlando di un progetto di tesi, quindi un progetto individuale, che si porta avanti grazie alle proprie competenze, quindi sono giuste le revisioni da parte del relatore interno ma non bisogna pretenderle, appunto, perché ce ne sono poche.

Cosa hai provato quando hai visto la tua idea prendere forma?

Molta soddisfazione: sicuramente quando faccio i colloqui attualmente è il progetto di cui vado maggiormente fiera, perché l’ho portato avanti e l’ho approfondito in maniera più adeguata rispetto agli altri progetti.

È stato un progetto che mi ha fatto capire quello che vorrei fare dopo: mi è piaciuto talmente tanto che mi piacerebbe fare un Master o lavorare in qualche studio che che tratti i brand e il Retail design.

Cosa rappresenta questo progetto per te e per la tua carriera?

Mi riconosco in questo progetto per il brief che ho portato avanti: ho dovuto trattare cibo e sport, che sono due grandi passioni. Mi rappresenta appieno e mi ha fatto capire, appunto, quello che vorrò fare dopo.

Quale consiglio daresti a chi ancora deve affrontare questo percorso?

Consiglierei di chiedere fin da subito alle aziende, mandare una richiesta, portarsi avanti in sostanza, ma soprattutto capire il relatore interno affine a te stesso: secondo me è molto importante, mi sono trovata molto bene con il mio relatore, eravamo sulla stessa lunghezza d’onda e questo è stato un grande punto di forza.

Perché il corso in Interior design?

Per me Interior design è sempre stata una grande passione: prima ho fatto scientifico, poi ho deciso di cambiare strada. Indole, immagino.

La tua definizione di successo?

Credo che significhi essere soddisfatto della propria vita, nel senso che capisco ora che sono entrata nell’ambito lavorativo quanto lavorare e fare qualcosa che ti piaccia ti renda felice, quindi potrebbe essere questa la mia risposta.

Come immagini il tuo futuro professionale?

Attualmente vorrei fare tanta esperienza in tanti studi. Grande desiderio sarebbe aprirmi qualcosa di mio, portare avanti i miei lavori e iniziare a far parte di un team multidisciplinare.

Mi piace l’interior, mi piacciono tante altre cose: mi piacerebbe curare vari aspetti e farlo con persone competenti.

IAAD. in una parola

Me ne vengono in mente tante: amicizie, divertimento, sono parole banali, forse, però per me non lo sono state.
Mi sono divertita, ho creato qualche relazione che porto avanti ancora ora.

Godetevi questi tre anni, tanto, conoscete persone, impegnatevi in quello che fate. Ciao!


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