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Davide Racca ci racconta il suo progetto di tesi in Textile and Fashion design

THESIS PROJECTS

Pneuma: una tesi in Fashion design con Rick Owens

Questo progetto ha come concept principale l’identità e il suo sviluppo e si coronerà con la creazione di un trendbook con conseguente progettazione di una collezione, ispirata alla tripartizione dell’anima di Platone e al mito della biga alata, riflettendo studi psicologici, filosofici, cognitivi e utilizzando gli archetipi di Jung e Hillman.

Questo progetto ha come concept principale l’identità e il suo sviluppo e si coronerà con la creazione di un trendbook con conseguente progettazione di una collezione, ispirata alla tripartizione dell’anima di Platone e al mito della biga alata, riflettendo studi psicologici, filosofici, cognitivi e utilizzando gli archetipi di Jung e Hillman.

Leggi la trascrizione dell’intervista a Davide Racca

con il suo progetto di tesi in Textile and Fashion design

Sono Davide Racca, ho frequentato il corso di Textile & Fashion design in IAAD. Torino.

Raccontaci il tuo progetto

Il progetto tratta il tema dell’identità: per svilupparlo son partito da una base mitologica, ovvero il mito della biga alata di Platone.

Partendo da questo fondamento ho poi condotto attraverso la ricerca tendenze il progetto fino alla sua realizzazione, e l’ho strutturato appunto nelle tre parti secondo le quali Platone ha diviso l’anima, e ciascuna di queste parti è rappresentata da un look composto a sua volta da vari pezzi.

La prima fase rappresenta l’aspetto più materiale della vita, quindi un attaccamento morboso a tutto ciò che è frivolo e di apparente valore nell’esistenza, dopodiché si passa per una seconda fase che va a destabilizzare questo equilibrio precario fino arrivare a una terza fase in cui eleva il soggetto in una dimensione spirituale più alta, poiché raggiunge uno stato di autoaffermazione.

Pneuma è un progetto autobiografico perché riprende appunto le tre fasi del mito di Platone e le utilizza per riflettere quello che è stato il mio percorso antecedentemente alla ripresa degli studi, fino poi ad arrivare alla sintesi con la realizzazione della tesi in collaborazione con questa azienda.

Collaborare con Rick Owens è stato il coronamento, appunto, di un sogno, ma anche di un obiettivo che mi ha aperto delle ulteriori porte verso il futuro per le quali mai pensavo di poter avere accesso.

Come sei stato supportato da IAAD.?

IAAD. mi ha supportato attraverso la professoressa Giuseppina Di Paola, che è stata la mia relatrice interna, e la quale si è predisposta per, appunto, farmi da tramite dall’inizio con l’azienda committente, per poi introdurmi effettivamente a questa nuova famiglia, diciamo, e ha seguito il progetto fin dall’inizio e ne ha strutturato con me sia la parte di ricerca umanistica, che è scientifica, che la parte di progettazione, design, e scelta dei materiali.

Sei soddisfatto del tuo progetto?

Sì, sono assolutamente soddisfatto del mio percorso, anche perché, avendo puntato un obiettivo fin dall’inizio, mi ha permesso di affrontarlo come se fosse un vero e proprio investimento per il mio futuro, e, appunto, volendo cambiare radicalmente quella che era la mia percezione del mio futuro, gli effort che ho messo nel portare avanti questo progetto hanno permesso alla mia personalità professionale di elevarsi ulteriormente per poi essere ad uno standard adeguato al mondo del lavoro.

Perché hai scelto IAAD.?

Ho scelto IAAD. perché, conoscendo diverse persone che frequentavano e hanno frequentato, ho ricevuto numerosi feedback positivi riguardanti la qualità della docenza e dell’insegnamento, e anche delle opportunità a livello di roster di aziende collaboratrici, e quindi ho deciso appunto di mettere il mio futuro nelle mani di IAAD.

Qual è la cosa più bella che hai fatto in IAAD.?

L’esperienza che mi porto più nel cuore di IAAD. è stato senza dubbio le prime volte in cui sono stato in showroom a Parigi da Rick Owens, appunto, a svolgere lo stage con gli altri miei compagni di corso, e ciò mi ha permesso di convivere con persone che erano sì affini a livello di percorso didattico, ma che poi ho scoperto avere il valore di veri e propri amici, e che quindi mi porterò sicuramente negli anni a venire al di fuori dell’Accademia.

Vorrei fare un incoraggiamento ai nuovi iscritti e dire loro di lasciarsi indietro la vecchia concezione di un percorso che ha a che fare con l’istruzione, ma di affrontare questi tre anni come se fossero la realizzazione della persona che saranno in futuro, perché appunto il design è una cosa che applichi tutti i giorni e che non ti togli come un abito arrivato a fine giornata dopo lavoro: è una cosa che ti porti dentro nel weekend e per sempre fino alla fine.

Ciao!


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