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Scopri il progetto di tesi in Communication design con Autodromo di Imola

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Il nuovo logo dell’Autodromo di Imola raccontato dal Direttore Generale Pietro Benvenuti

In un mondo in continua evoluzione anche una realtà con una storia importante può decidere di rinnovare la propria immagine per proiettarsi nel futuro: il logo diventa il primo elemento per raccontare all’esterno la direzione in cui si sta muovendo un brand come l’Autodromo di Imola.

Storia, coraggio e soprattutto fiducia: quella riposta nel progetto di Giulia Mongardi, studentessa del corso IAAD. in Communication design è stata ben ricompensata, come afferma il Direttore Generale dell’Autodromo di Imola Pietro Benvenuti.

In un mondo in continua evoluzione anche una realtà con una storia importante può decidere di rinnovare la propria immagine per proiettarsi nel futuro: il logo diventa il primo elemento per raccontare all’esterno la direzione in cui si sta muovendo un brand come l’Autodromo di Imola.

Storia, coraggio e soprattutto fiducia: quella riposta nel progetto di Giulia Mongardi, studentessa del corso IAAD. in Communication design è stata ben ricompensata, come afferma il Direttore Generale dell’Autodromo di Imola Pietro Benvenuti.

Leggi la trascrizione dell’intervista a Pietro Benvenuti

sul progetto di Tesi in Communication design di Giulia Mongardi in collaborazione con l’Autodromo di Imola

Sono Pietro Benvenuti, il direttore generale dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.

Un po’ di tempo fa, pensando un po’ a questo circuito e a dove sta andando il mondo abbiamo deciso che era l’ora di rinfrescare un po’ l’immagine, soprattutto a partire dal logo, per cercare di avere un’immagine più fresca, più moderna, e che ci proietti verso il futuro. In quell’occasione lì avevamo cercato di contattare un po’ di designer che, bene o male, frequentano gli autodromi o comunque il nostro ambiente, quando invece un giorno si è presentata Giulia, che ci ha fatto la proposta di fare la sua tesi sul nostro autodromo, in particolare sul marchio, quindi rivedere il marchio.

Nella nostra concezione di adesso, i giovani sono un po’ la nostra speranza, e quindi quelli a cui dobbiamo dare fiducia: non ci abbiamo pensato molto e le abbiamo detto “Guarda, per noi è solo un piacere, quindi bene, a disposizione per qualsiasi aiuto di cui tu abbia bisogno.

Se non che poi un giorno io l’ho persa, i miei colleghi ci hanno un po’ interloquito, io l’ho persa un po’ di vista fino a che un giorno è arrivata con la bozza della tesi in mano e dove c’era tutto il possibile, tutta la storia di questo marchio nuovo che avrebbe caratterizzato poi il nostro autodromo.
Lei era riuscita in questo disegno a mettere un po’ tutto quello di cui noi abbiamo bisogno, e quindi la modernità, la semplicità, l’essenzialità, la celebrazione, perché è un anno importante: sono i 70 anni.
Dopo, però, doveva rimanere un logo non fino a 70 anni, ma un luogo permanente, quindi da qui in avanti: doveva essere quello e lei ha preso benissimo in considerazione queste nostre indicazioni, tant’è vero che una volta finita la tesi, presentata, le abbiamo chiesto di far sì che questo logo diventasse il nostro logo, e questo è stato.

Oggi abbiamo un logo che tutti hanno apprezzato molto, non solo in motorsport ma forse è stato apprezzato ancora di più fuori, dall’esterno, perché è stato visto, cosa che prima era un logo che non si vedeva, cioè era noto a chi era del settore ma non non si vedeva: oggi è un logo che si vede ed è riuscito a trovare una soluzione sui 70 anni con due stanghette che sono eccezionali, perché finito il settantesimo, togliendo le stanghette rimane il logo istituzionale, e quindi questa è stata per noi una grande (all’inizio forse) scommessa, però poi dopo è una forte base di partenza, perché ci ha dimostrato che dando fiducia ai giovani si riesce ad ottenere quello che devi avere per poter andare avanti, cosa che noi che siamo di generazioni un po’ diverse siamo sempre tentati di restare un po’ più aggrappati a quello che è stato il passato, quindi non abbiamo a volte la forza.

Il rumore fa parte del nostro mondo, quindi ci sta, è un po’ più alto però, vabbè…

Dicevo che è diventato per noi dare un motivo per cui adesso stiamo seguendo questa strada, di dare fiducia ai giovani, e dobbiamo farlo per forza.
I giovani devono avere una cosa, però: devono avere coraggio.
Oggi noi viviamo in un ambiente dove il coraggio la fa da padrona, perché un pilota che scende in pista o ha coraggio o non corre, e il successo lo tiene se ha più coraggio degli altri: quindi nella vita di tutti i giorni oggi è così, deve aver coraggio.

Noi dobbiamo avere il coraggio di cambiare quello che è stato un autodromo fino ad oggi completamente dedicato al Motorsport: deve essere un luogo di raccolta di tantissime attività, perché in effetti noi dalla Fiera dei Fiori fino agli ultraleggeri possiamo fare qualsiasi tipo di evento, e questo è un po’ quello da cui ci dobbiamo staccare, quindi dal vecchio, quindi il Motorsport, anche per questioni ambientali.

Perché noi abbiamo un problema, il rumore, abbiamo il problema poi degli scarichi della CO2, quindi tutte queste cose che non abbiamo mai affrontato, forse per comodità e poi per ignoranza.
Oggi, invece, dobbiamo avere la forza di cambiare questo andamento, questo coraggio così come nel nostro lavoro abbiamo necessità di far sì che chi viene con noi abbia la voglia di vincere, abbia la voglia di sfidare, e quindi quando fai una sfida ci vuole sempre del coraggio.

I ragazzi di oggi non tutti, non so se per fortuna oppure no, però non tutti hanno questo coraggio: chi poi c’ha il coraggio lo vediamo subito perché, come Giulia, poi dopo rimane insieme a noi, e quindi oggi la Giulia è una nostra collaboratrice che ci aiuterà non solo nel logo ma in tutto quello che è un po’ la nostra identità di azienda.


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