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Social Shell: il progetto di tesi di Erika Cabra del corso IAAD. in Interior design per la riqualificazione edilizia di un edificio abbandonato

THESIS PROJECTS

Progetto di tesi in Interior design: la riqualificazione edilizia di un edificio

Un progetto che rappresenta la sintesi di tutte le passioni di Erika Cabras, in particolare l’urbex, la scoperta di luoghi abbandonati che per lei diventano ispirazione per sviluppare soluzioni che li restituiscano alla comunità.

Dalla collaborazione con il designer Nicola Zanarini è nata una sfida che ha ripercorso le teorie e i casi studio di icone del mondo dell’architettura, prima fra tutte Le Corbusier.

Un progetto che rappresenta la sintesi di tutte le passioni di Erika Cabras, in particolare l’urbex, la scoperta di luoghi abbandonati che per lei diventano ispirazione per sviluppare soluzioni che li restituiscano alla comunità.

Dalla collaborazione con il designer Nicola Zanarini è nata una sfida che ha ripercorso le teorie e i casi studio di icone del mondo dell’architettura, prima fra tutte Le Corbusier.

Leggi la trascrizione dell’intervista a Erika Cabras

con il suo progetto di tesi in Interior design

Ciao, sono Erika Cabras e ho frequentato il percorso di Interior design presso IAAD.

Raccontaci il tuo progetto

Il mio progetto individuale di tesi si chiama “Social Shell” e si tratta del restauro di un edificio abbandonato poco fuori Bologna, un edificio che è stato realizzato da Gresleri, Daini e Parmeggiani, degli architetti che sono stati molto importanti nel corso della storia di questa regione: un progetto di architettura molto importante per quella che è la storia del territorio di Bologna.

Com’è nata l’idea, cosa ti ha ispirato?

La maggior ispirazione per questo progetto è stato, diciamo, un po’ la sintesi di tutte le mie passioni che ho portato avanti in questi ultimi anni di università, in particolar modo l’urbex, l’andare a visitare dei siti di edificio abbandonati per riuscire a sviluppare un progetto che tenesse conto di quelli che sono appunto certi problemi legati al nostro paese, ovvero l’abbandono, e in vista di un nuovo approccio al design e l’architettura per cercare anche di andare a scovare dai problemi sociali attuali delle risorse per il domani.

Con quale azienda hai collaborato?

L’azienda con cui ho collaborato è Nicola Zanarini Designer, un designer di Casalecchio di Reno che ho scelto proprio perché anche lui ha avuto nel corso del suo percorso formativo molto a cuore questo edificio, tanto che ci ha sviluppato anche lui il suo progetto di tesi individuale.

Quali difficoltà hai incontrato e come le hai superate?

Una delle difficoltà maggiori è stata quella di dover realizzare un progetto partendo da un edificio che non aveva le basi minime per poter realizzare un intervento di interior design: per affrontare questi problemi in fase di progettazione ho preso ispirazione da grandi casi studio di grandi maestri come ad esempio Le Corbusier, che avevano già loro affrontato in precedenza, in maniera eccellente, quelle che potevano essere queste problematiche.
Parlavo proprio di Le Corbusier perché è stato lui per primo la fonte d’ispirazione per gli architetti prima citati nella realizzazione e nello sviluppo di un’architettura di questo tipo.

Come sei stata supportata da IAAD.?

Nel mio progetto di tesi sono stato supportata da tutta la comunità IAAD. a partire dal relatore interno ma fino ad arrivare anche a quelli che erano i miei compagni di corso.

Cosa hai provato quando hai visto la tua idea prendere forma?

Quando ho visto il progetto prendere forma ho provato molta soddisfazione, soprattutto per quanto riguarda la grandezza e la complessità di questo progetto, ma quando ho iniziato a vedere uscire fuori un po’ tutte le capacità acquisite nel corso degli anni sono rimasta molto soddisfatta perché sono riuscita a sviluppare una sintesi sia delle mie capacità ma anche di quelle che sono le mie passioni all’interno del campo del design.

Cosa rappresenta questo progetto per te e per la tua carriera?

Per me questo progetto rappresenta intanto un auspicio per il futuro, sia per quanto riguarda l’ambito del design ma anche l’ambito sociale ed economico del nostro Paese, perché ho cercato di tenere conto soprattutto di problematiche sociali come appunto il problema dell’abitazione, il problema dell’abbandono ma anche il problema dello spreco delle risorse energetiche, quindi questo progetto per me è un una sintesi di quelli che sono i miei ideali e le mie speranze per il futuro. Questo progetto per me quindi è un arrivo ma anche un punto di partenza.

Quale consiglio daresti a chi ancora deve affrontare questo percorso?

Un consiglio che mi sento di dare a chi dopo di me intraprenderà questo percorso di tesi è quello di cercare il prima possibile un’azienda che possa rispecchiare i vostri ideali e le vostre passioni all’interno di questo mondo, che possa il prima possibile accompagnarvi fino alla fine di questo percorso.

La tua definizione di successo?

La definizione di successo per me ad oggi non è tanto raggiungere l’azienda dei tuoi sogni o fare tanti soldi, ma quanto più tu riesci a continuare a imparare nel tuo percorso, quanto più riesci ad esprimerti e a capire veramente chi sei.

Ciao e grazie!


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