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Una strategia di marketing per la startup ARMIDAS: scopri il progetto di tesi di Asia Bonacorsi, studentessa del corso IAAD. in Communication design

THESIS PROJECTS

Progetto di tesi in Communication design: progettare una strategia di marketing a 360°

Come progettare una strategia di brand positioning per una startup?

È questa la sfida che ha accettato Asia Bonacorsi, studentessa del corso in Communication design, quando ha scelto di collaborare con la startup ARMIDAS, che opera nel settore degli NFT.

Come progettare una strategia di brand positioning per una startup?

È questa la sfida che ha accettato Asia Bonacorsi, studentessa del corso in Communication design, quando ha scelto di collaborare con la startup ARMIDAS, che opera nel settore degli NFT.

Leggi la trascrizione dell’intervista ad Asia Bonacorsi

con il suo progetto di tesi in Communication design

Votatemi alle prossime elezioni!
Sono Asia Bonacorsi e ho frequentato il corso di Communication design.

Raccontaci il tuo progetto

Per il mio progetto di tesi ho realizzato questa strategia di marketing a 360 gradi per una startup nel modenese che tratta principalmente Web 3.0 e NFT.

Com’è nata l’idea, cosa ti ha ispirato?

La cosa che più mi ha ispirata per la realizzazione di questo progetto è stata soprattutto una chiacchierata che ho fatto per caso con questi ragazzi di questa startup modenese, miei coetanei, che mi hanno trasmesso la loro passione e la loro voglia di fare, il che mi ha portato a proporgli poi dopo di portare avanti questo progetto che tuttora sta continuando e sta prendendo vita.

Con quale azienda hai collaborato?

Ho scelto di collaborare con Armidas perché mi hanno fatto proprio venire voglia di far parte del loro progetto, mi hanno fatto appassionare a quello che loro fanno facendomi sentire sempre più partecipe in quello che facevano e le decisioni che prendevano, rendendomi parte proprio di Armidas stesso.

Quali difficoltà hai incontrato e come le hai superate?

La difficoltà nella realizzazione di questo progetto è stata principalmente l’inizio, perché comunque mi stavo andando ad approcciare ad un tipo di mondo che generalmente non studi.

È stato principalmente uno studio iniziale per capire di che cosa stavo davvero andando a parlare, quindi come funzionano blockchain, NFT, Web 3.0, che cosa ne potesse rientrare e che cosa no.

La difficoltà è stata appunto proprio sull’argomento che andavo a trattare, che non è un argomento troppo comune: ho superato questa difficoltà parlando tanto soprattutto con l’azienda, quindi con Armidas, ma anche parlando con la gente, cercando di capire quali fossero i loro dubbi, cosa non capivano, quali erano le cose che in primis le persone con cui mi confrontavo tutti i giorni non sapevano, non capivano, in modo tale poi dopo da studiare anch’io per spiegare poi dopo alle persone quello che non sapevano, ecco.

Come sei stata supportata da IAAD.?

Il mio maggior supporter qui in IAAD. è stato il mio relatore interno, Riccardo Pirazzoli, per noi studenti “Piraz”, che mi ha supportata passo passo soprattutto all’inizio, quando non sapevo esattamente di cosa andare a parare: non ha avuto paura di dirmi “No, così no, questa presentazione è orrenda”, piuttosto che “Scava un po’ più a fondo perché so che puoi raccontare di più”, quindi possiamo definirlo il mio maggior supporter.

Cosa hai provato quando hai visto la tua idea prendere forma?

Quando ho visto la mia idea prendere forma ho provato sia soddisfazione, soprattutto perché avevo superato questo questo enorme ostacolo che era un po’ la mancanza di conoscenza per quanto riguarda questo mondo, ma soprattutto anche paura perché più mi avvicinavo verso la fine di questo progetto più capivo che dopo sarebbe davvero finita, quindi dopo avrei dovuto rimboccarmi le maniche e iniziare a lavorare.

Cosa ti spaventa nell’andare a lavorare?

Allora, la cosa che più mi spaventa dell’andare a lavorare, che poi non è proprio andare a lavorare in sé ma è il togliere questo paracadute che potesse essere la scuola, l’università, comunque avendo seguito un percorso di studi abbastanza lineare dalle elementari, è trovarmi per la prima volta nella mia vita totalmente immersa nel mondo lavorativo: è un cambiamento che di solito spaventa.

Ti senti pronta?

Mi sento pronta, penso di sì, ma lo scopriremo solo vivendo.

Cosa rappresenta questo progetto per te e per la tua carriera?

Per me questo progetto di tesi rappresenta più che altro il trampolino di lancio, soprattutto perché dopo questo progetto ho iniziato a lavorare con l’azienda con cui ho fatto la tesi, quindi con Armidas, per cui è stato un po’ sia il trampolino di lancio ma anche la riprova del fatto che tutto quello che poi ho fatto so farlo effettivamente, quindi è stato un po’ un banco di prova per cui ora so cosa posso fare e so che davanti magari a grandi progetti non ha senso scoraggiarsi.

Quale consiglio daresti a chi ancora deve affrontare questo percorso?

A uno studente che deve iniziare questo percorso consiglierei innanzitutto di prenderlo magari con serietà, perché comunque tutto quello che viene insegnato, viene detto, soprattutto dai docenti non viene detto a caso: possono dare davvero dei grandi consigli e soprattutto i docenti sono una grandissima risorsa.

Consiglio agli studenti che stanno per iniziare ad affrontare un progetto di tesi di non abbattersi perché ci si arriva in fondo, in qualche modo ci si arriva; di essere abbastanza organizzati, e io sono una persona abbastanza organizzata e grazie un po’ alla mia organizzazione metodica sono riuscita a saltarci fuori in qualche modo senza andare troppo fuori di testa.

Perché hai scelto di studiare design?

Allora, ho scelto di studiare design perché ho, diciamo, deciso di continuare un percorso che avevo iniziato già alle superiori: ho trovato una professoressa che mi ha fatto appassionare tantissimo a questo mondo, mi ha fatto appassionare molto alla grafica e alla comunicazione, per cui anche sotto suo consiglio ho deciso di continuare questo percorso, che anche a detta sua avrebbe potuto lasciarmi tanto.

La tua definizione di design?

Ora che ho terminato questo percorso posso dire che secondo me la parola design non si racchiude, come la maggior parte delle persone pensano, dentro all’oggetto di design, quel vaso strano, quella sedia particolare, ma design è tutto ciò che ci circonda, per cui da una campagna di comunicazione a una pubblicità a un modo in cui noi ci poniamo con le persone a, sì, anche oggetti, tessuti, vestiti, tutto ciò che ci circonda è design.

Dopo questa intervista e il caldo che mi è venuto direi di salutarvi. Grazie!


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