a cura di Massimo Morelli
Data:
17-22 febbraio 2025
Luogo
IAAD. Torino
THEME AREA
Ghost in the Design: creare l’umanità nella macchina
Con l’ingresso del design basato sull’intelligenza artificiale nella robotica, i/le progettisti/e danno forma a esperienze digitali e fisiche in modo nuovo, confondendo i confini tra uomo e macchina. Questa evoluzione spinge i/le designer a pensare non solo all’estetica, ma anche all’etica, all’utilità e al futuro delle interazioni uomo-robot.
Come innesteremo nelle macchine elementi di tocco umano, empatia e scopo? Qual è il delicato equilibrio tra la creazione di una tecnologia che risuoni con i valori umani, l’etica e l’estetica?
WORKSHOP
L’evoluzione biologica e quella tecnologica stanno convergendo per generare il prossimo step evolutivo: i robot sociali e i cyborg. In questo workshop affrontiamo le prerogative e i problemi relativi alla progettazione di queste nuove creature.
Nel corso del workshop:
1. Storia e concetti di base della robotica e dei cyborg.
2. Analisi delle scelte progettuali che deve obbligatoriamente affrontare un/a designer di robot sociali e cyborg.
3. Progettazione robot sociali (6 gruppi di lavoro) negli ambiti: intrattenimento, terapia e riabilitazione, assistenza anziani o disabili, collaborazione domestica, relazioni romantico-amorose, applicazioni militari.
4. V.I.P Cyborg. Tutti i partecipanti collaboreranno al progetto di cyborg
enhancement di Alessandro Colombo (direttore IAAD.) e Gianpaolo Barozzi
(direttore strategico IAAD.).
Sono previsti interventi di Fondazione Links e Gruppo Tim.
TEAM LEADER
Filosofo di formazione, è titolare di un’agenzia di marketing digitale con una forte propensione per le nuove tecnologie (Pensativa). Con questa partecipa alla realizzazione di una delle prime applicazioni di realtà immersiva per la comunicazione istituzionale (Piedmont for Real, presentata a New Delhi con delegazione Ciampi nel 2005) e di alcune ontologie semantiche (in collaborazione con l’Università di Torino). Già docente e coordinatore di bachelor e master in IAAD., da alcuni anni è impegnato a indagare le possibili aree di intersezione tra i sistemi digitali (più o meno intelligenti), le neuroscienze, la linguistica e il design. Dal 2023 fa parte del think tank FerpiLab.
RISULTATI
I robot sono un immenso specchio nel quale da qualche tempo l’umanità intera ama riflettersi e contemplarsi. Ecco perché un workshop di un’intera settimana sulla robotica sociale è una straordinaria opportunità di auto-conoscenza per i ragazzi che vi partecipano, per i docenti che si illudono di ‘guidarli’, e per l’università IAAD in quanto organismo didattico vivente.
E allora, dopo un laborioso excursus storico-concettuale sulla storia della robotica, dopo gli incontri con gli esperti della Fondazione Links e del Gruppo TIM, e soprattutto dopo le appassionate sessioni di lavoro in team, cosa abbiamo imparato?
Molte cose: ad esempio che l’anelito alla grazia espressiva può assumere la forma di un esoscheletro che insegna alla tua memoria muscolare la sottile arte del disegno a mano. Oppure che un robot-cocorita, cui i sistemi inerziali permettono di restare in equilibrio sulla spalla di un umano, può migliorare drasticamente la qualità della vita di un non-vedente. O ancora che un pet-sitter robotico può diventare il miglior amico di un cane e del suo ‘padroncino’ provvedendo persino a rimuovere le fatidiche deiezioni dal marciapiede. Ma la cosa più importante che abbiamo imparato è a non aver paura dei robot, ma delle stesse paure umane che nei robot tendono a rispecchiarsi. Abbiamo imparato che quello dei robot e dell’intelligenza artificiale non è il mondo di qualcun altro in cui siamo gentilmente invitati a entrare, ma il nostro stesso mondo che siamo, sempre gentilmente, invitati a creare.
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