Genesis, lo spazio ritrovato
Di: Marta Pasciuti
di: Sara Modugno
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Sara Modugno, designer classe ‘99, diplomata in Product Design.
Sono determinata, tenace e perseverante. Mi piace guidare e motivare il team verso il raggiungimento degli obiettivi comuni e credo fortemente nel brainstorming a base di risate. Sono un’amante del caffè, della musica e della notte che porta consiglio. La progettazione per me è relazione, ovvero un rapporto tra cose e persone, quindi cerco l’ispirazione negli incontri e nelle esperienze quotidiane.
Il lavoro di tesi verte sulla progettazione di un ausilio per concedere ai disabili tetraplegici l’autonomia nel tagliare gli alimenti durante i pasti, senza l’aiuto di un’altra persona.
Il progetto è stato sviluppato all’interno di un tavolo di co-progettazione, attivato dall’associazione no-profit Hackability, composto dai terapisti occupazionali dell’Unità Spinale di Torino ed un team di ingegneri e designer. All’interno di questo gruppo la disabilità diventa veicolo di un mondo nuovo, composto da figure professionali che collaborano per un obiettivo comune, ovvero il benessere dell’essere umano. Tramite l’uso di macchine di prototipazione e stampanti 3D è possibile realizzare prodotti nuovi o migliorati, pensati su misura e più economici, che rispondono alle esigenze delle persone con disabilità o con bisogni speciali e degli anziani.
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di: Marta Pasciuti
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Il progetto “Genesis, lo spazio ritrovato” nasce dalla collaborazione con Maatroom, brand di abbigliamento torinese che si caratterizza per ordine, rigore e sintesi, e prevede il trasferimento dello show-room/atelier in Via dei Mille, nel pieno centro di Torino. Il sito è disposto su tre livelli: al piano terra lo spazio espositivo, al primo piano l’area di incontro con il cliente e la cucina, al secondo piano il laboratorio/sartoria. A generare il progetto è l’identità stessa di Maatroom: volumi, asimmetrie, tagli netti, prevalenza di colori-non-colori, come il bianco e il grigio.
Seguendo la poetica del brand, l’estetica rimane volutamente silenziosa e non invasiva: l’intento è di creare un’esperienza fisica e percettiva, utilizzando materiali riflettenti e acciaio che permettono di puntare i riflettori sui capi esposti. Un processo di riduzione che si traduce in uno spazio in cui esplorare luci e ombre, una tela bianca pensata per esporre, esaminare, toccare e sentire.
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di: Lara Bronzino
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Piacere di conoscervi, sono Lara. Diplomata nel 2022 in Digital Communication design, sono entrata in contatto con il mondo della comunicazione già dalle superiori e grazie a differenti tirocini nel settore, inizialmente in Spagna e in seguito in Italia.
Dopo aver terminato il percorso di studi, grazie alla tesi svolta insieme alla no-profit Greenpeace, supporto il team Engagement e Digital della ONG sui temi della lead generation, della marketing automation, data quality e data analysis.
La Green City Map è un’eco mappa nata come guida navigabile sul web, utile per ripensare il modo in cui vengono vissute le città e scoprire il loro lato più green. Raccoglie le soluzioni sostenibili in quattro categorie: cibo sostenibile, economia circolare, mobilità sostenibile e spazi verdi.
L’app vuole essere uno strumento in grado di introdurre con facilità queste soluzioni nella vita quotidiana; adatta sia per chi non conosce il concetto di sostenibilità e per chi già lo conosce e ha bisogno di un’eco guida a portata di mano. L’obiettivo è quello di informare e rendere consapevoli le persone riguardo l’importanza delle piccole azioni sostenibili.
Le funzioni importanti su cui si concentra sono: aggiungere un punto sulla mappa, cercare un luogo con l’uso del GPS, consultare news dei luoghi e i consigli sostenibili.
Il lancio è seguito da una campagna di guerrilla gardening e da un evento all’insegna di creazione, istruzione e divertimento.
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di: Erika Cabras
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“Social Shell” da “conchiglia”: Involucro protettivo, di sostanza calcarea e di forma, grandezza e colore diversi, del corpo dei Molluschi e dei Brachiopodi.
Il progetto nasce dalla volontà di elaborare una nuova proposta di coabitazione, seguendo un nuovo modello abitativo. Un modello che possa in qualche modo rispondere alle emergenze sociali e climatiche degli ultimi anni: una risposta a quelli che sono i problemi sociali, sia abitativi che economici della popolazione, l’emergenza climatica e lo sfruttamento delle risorse in maniera spropositata.
Il progetto prende come caso studio un edificio abbandonato in Via Belvedere 63, a Casalecchio di Reno, provincia di Bologna. Per portare alla luce anche il problema dell’abbandono nel nostro paese. Problema che andrebbe rivisto come una risorsa per smettere di sottrarre spazio alla natura per costruire, ma andando a riqualificare gli edifici abbandonati anche in vista di una riduzione dei costi e dello spreco delle risorse energetiche.
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di: Alessia Calzolari
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Mi chiamo Alessia e sono un’interior designer diplomata presso IAAD. a Bologna.
La passione per questo mestiere inizia da bambina quando mi intrufolavo nella falegnameria di famiglia per costruire quelli che, con tanta immaginazione, oggi definiamo “plastici architettonici”.
Ad oggi lavoro in uno studio di architettura che mi permette di spaziare nei diversi ambiti del settore e ampliare ogni giorno le mie capacità e conoscenze.
Sono dunque qui, a cercare di imparare, passo dopo passo, una professione tanto complessa quanto appagante.
“Spazio B” è il progetto di riqualificazione di una capannone delle Ex Officine Reggiane a Reggio Emilia, un luogo che offre servizi sociali, legali e sanitari ai più bisognosi e al contempo permette alla città di usufruire di uno spazio multietnico, ed assaporare tante culture diverse. Infatti lo spazio pubblico, al piano terra, permette la commistione tra storie, odori e sapori attraverso punti vendita enogastronomici ed attività socioculturali, mentre lo spazio più privato al piano superiore ospita funzioni mirate all’inclusione sociale per chi ne necessita, andando a creare così una tipologia di architettura ibrida.
Lo stesso capannone è rimasto abbandonato e dimenticato per anni, l’intervento si presenta dunque un esempio di rinascita e riscatto, dal quale tutti gli individui possono trarre benefici in un’ottica di uguaglianza e solidarietà.
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di: Andrea Cena
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Creatività, curiosità e determinazione sono solo alcune delle mie parole preferite e tutte, in qualche modo, fanno parte della mia personalità.
Amo scoprire e studiare gli aspetti del mondo per tradurli in progetti originali.
In particolare amo dare vita alle mie idee tramite il disegno, cosa che mi è sempre venuta naturale fin da piccolo quando disegnavo abiti sfarzosi nella mia cameretta.
Cerco sempre di mettermi alla prova poiché credo che ci sia sempre qualcosa da imparare grazie ad ogni singola esperienza.
Il progetto di tesi individuale consiste nella creazione di una collezione in collaborazione con il brand Vivienne Westwood e nasce con l’idea di voler raccontare il fenomeno dell’occultismo. Si pone però l’attenzione sull’alchimia, pratica esoterica legata al mondo dell’occulto, considerando la visione junghiana della stessa: questo ha permesso la redazione del concept della collezione che sposta il focus dall’occultismo puro, alla sfera della psicologia e dei percorsi personali per la ricerca del proprio io. Jung parla di alchimia spirituale, che come l’alchimia “canonica” è divisa in fasi, ognuna delle quali segna un “passaggio di stato”, non della materia, ma della persona: subito si è disorientati, poi si riscopre la propria anima, si passa attraverso ad una fase di equilibrio, prima che il proprio vero io possa riemergere. Segue descrizione dell’attività di ricerca, della fase di progettazione, realizzazione e di presentazione del progetto.
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di: Luciano Consiglio
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Mi chiamo Luciano Consiglio, ma per Internet solo Consiglio.
Mi piace sperimentare visivamente, imparare e scoprire nuovi programmi e tecniche per arrivare alla migliore definizione visiva che mi aiuti a creare una narrazione in un qualsiasi lavoro.
Sono un designer e un fotografo, con un occhio di riguardo per l’arte e la musica.
Club Silencio è un’associazione culturale torinese che si impegna in progetti di utilità sociale, finalizzati alla promozione della cultura, collaborando con musei ed edifici storici. Ma tra la mole di progetti da gestire settimanalmente, non ha una vera e propria brand identity, anche perché i suoi eventi sono caratterizzati da grafica e comunicazioni differenti in base al format del progetto, spesso infatti viene associata unicamente al format ”Una notte al museo”.
L’obiettivo è di rendere riconoscibile Club Silencio e portarlo ad essere un vero e proprio brand. Questo attraverso un’analisi e una ricostruzione della brand image solida e riconoscibile. Associandola a una narrazione nuova che dia importanza a Club Silencio e sia incentrata sui suoi valori: sostenibilità, cultura, diversità, bellezza, territorio e scoperta.
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di: Roberto Dallari
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Iki Carbon è un materiale innovativo ecosostenibile sviluppato dall’azienda finlandese Fifth Innovation. L’interesse per questo materiale nasce dal fatto che abbia praticamente un impatto nullo sull’ambiente, anzi, che riesca ad immagazzinare CO2 invece di disperderlo nell’ambiente. Al tempo stesso presenta molte altre caratteristiche elettrizzanti, quali essere ignifugo, isolante sia termico che acustico, non abbia odori e aiuti alla depurazioni dell’aria assorbendo i VOC (volative organic compound), particelle dannose presenti soprattutto in ambienti indoor (prodotte da cibo, stampanti, fumo passivo, persone…). Con questa tesi, il mio obiettivo non è quello di dare una risposta, identificare il prodotto perfetto da realizzare con questo materiale, bensì sforzarmi per far comprendere l’importanza di Iki Carbon (con una descrizione più o meno scientifica del materiale) e presentare tutti quei prodotti che potenzialmente potrebbero essere realizzati con esso, per concludere con una domanda: saremo veramente in grado di sviluppare un futuro con questo genere di materiali ecosostenibili?
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di: Elisa Delbene
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Non riesco a stare più di una settimana a Torino. Da sempre ho cercato un modo per evadere dalla frenesia della città, così costruita e artificiosa. Camminare in montagna mi sembrava l’unico modo di percepire la realtà, il mondo vero, quello ancora genuino e autentico.
Camminare significa aprirsi al mondo. Risvegliare la coscienza felice della propria esistenza e sollecitare la piena partecipazione di tutti i sensi, ravvivando la ‘CURIOSITÀ’, caratteristica che fa di unə ‘designer’, unə ‘ottimə designer’.
La mia passione per la montagna è stata la principale leva che mi ha spinto a collaborare con Hikers per lo sviluppo di una nuova Brand Identity più solida e chiara per il target di riferimento.
Il trekking mi ha insegnato a non barare, a essere onesta con me stessa e con quello che facevo. Non è solo divertimento, è bene tenerlo a mente. Ho così realizzato un gioco di società che possa divertire ma al contempo insegnare qualcosa.
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di: Giulia Grillo
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Giulia, diplomata in Communication design presso lo IAAD. di Torino nel 2022, si reputa una persona solare, creativa e sempre pronta a mettersi in gioco.
Concluso il periodo di studi inizia a collaborare con uno studio di comunicazione nella città di Torino e in contemporanea vive l’esperienza di Social Media Manager con un’altra agenzia. Giulia però, è ambiziosa e proprio per questo motivo vuole dare inizio a una nuova avventura che abbraccia il mondo del Design del Prodotto dell’arredo.
Questo nuovo progetto è tutto in fase di elaborazione.
Consapevole che il mondo della comunicazione e della grafica non lo lascerà mai, crede che il Design possa unire diversi ambiti in un unico grande cosmo.
La collezione di arte contemporanea ‘La Gaia’ di Busca ha come principale obiettivo quello di creare curiosità nel target e avvicinarlo al mondo dell’arte.
Per trovare una soluzione a questo problema si è scelto di dare vita a una comunicazione integrata, capace di andare a toccare i punti creativi di essa come: guerrilla, packaging e il mondo dei social.
Le opere d’arte riflettono il pensiero, le riflessioni e il periodo storico in cui si trova l*artista. Partendo da questo presupposto si andrà a creare empatia attraverso un’opera d’arte, provocando curiosità nel target. Portandolo a proiettare i propri sentimenti e le proprie riflessioni attraverso un nuovo linguaggio: l’arte.Quindi la comunicazione integrata avrà lo scopo di far ragionare il target e portarlo a riflettere su se stessə attraverso un’opera d’arte.
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